(Autoproduzione) Milwaukee e dintorni sono una zona geografica del metal estremo che è spesso patria di cose interessanti. Gli Shroud Of Despondency hanno prodotto diverse cose, fino ad arrivare a questo quarto album. “Pine” ha una scaletta atipica, dove un senso di omogeneità, non è del tutto compiuto. Infatti gli Shroud of Despondency suonano black metal, forgiandolo tra metalli estratti dalle cave dei primordiali Emperor, ma adorano le escursioni nel doom metal più ombroso “The Great Sadness Descends”. Queste divagazioni avvengono anche, in alcuni casi, all’interno degli stessi brani, definendo uno stile oscillante e tremulo. Si fa notare “Nameless End”, vicina alla concettualità di Burzum, la nervoda e caotica “Light Words, Dark Graves”. L’album è anche costellato da “Wanderlust”, in quattro parti, esempio di dark ambient anche se da l’idea di un riempitivo. La produzione ha compresso i suoni, c’è una patina ottusa che ricopre il sound. “Pine” offrirà agli acquirenti la possibilità di scaricare un disco aggiuntivo, dal titolo “Cavalcade of Crows”. Gli Shroud of Despondency si relazionano con il songwriting in modo aperto, tentano di costruire pezzi che abbiano qualcosa di intereessante da dire, ma occorre loro un riassetto delle idee e di una mano sapiente in cabina di regia per produrre un album che possa esaltarli.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10