copSidious(Kaotoxin Records) Sublime brutalità, un assurdo amplesso, un’orgia tra black, black sinfonico e death metal poderoso e devastante. “Symphonic Blackened Death Metal”? Forse è proprio questa la definizione perfetta, in quanto i Sidious sembrano essere molto influenzati da bands quali i Dimmu Borgir ma con una marcata deviazione in territori death. Questo è il loro primo full length, successivo all’ottimo EP dell’anno scorso: discendono dall’Inghilterra, sono una formazione recente (2012, anche se precedentemente erano i Seed Of Detest) e risulta che più o meno hanno tutti militato nei Eye of Solitude. L’album è molto coinvolgente, molto ben strutturato, con una costante attenzione alla resa sonora e scenografica. Apre “Sacrilegious Majesty”, molto ritmata, piena di energia, subito mette in confronto un growl intenso, marcatamente death, con una impostazione sinfonica veramente ben strutturata che si alterna a riff in blast beat che trasudano crudeltà. Il death rimane una componente importante e diventa “death sinfonico” con l’ottima successiva “Inexorable Revelation”, che nei passaggi sinfonici ricorda appunto il black sinfonico norvegese (Dimmu Borgir in particolare). “Revealed In Profane Splendour” è un pezzo più symphonic black che comunque presenta quella costante invasione di concetti death specialmente nelle linee vocali, le quali in questa traccia introducono un meraviglioso screaming, tipicamente black. “Annihilation Ov Abhorrent Credence” apre con un intro tribale denso di oscurità che conduce in un crescendo che esplode in un death metal brutale e tagliente, dove non mancano riff dilanianti ed un drumming crudele. “Obscenity Ov Old” è tecnica e poderosa ed offre una parte corale/sinfonica veramente brillante, ricca di impatto: è chiaro che i Sidious hanno un proprio stile e non cercano assolutamente di imitare o copiare i generi di origine, cercano piuttosto una costante evoluzione, una marcata progressione. Teatrale e veramente accattivante “Infernal Reign”, un pezzo che continua a sorprendere ad ogni ascolto, così come la coinvolgente e variegata conclusiva “O Paragon, Bringer Ov Light”. Di black e death incrociati c’è molto materiale in circolazione. Vale anche per il symphonic, per non parlare del death. Ma l’unione dei tre generi non è così scontata: richiede tecnica, gusto e una capacità compositiva notevole specie per evitare di cadere nel banale. Serve inoltre visione teatrale, saper fare musica che impatta e che coinvolga, musica capace di dilaniare ma acnhe di incantare. I Sidious sanno fare tutto questo… lo sanno fare dannatamente bene, dando origine a un disco veramente brutale, curato, decisamente geniale.

(Luca Zakk) Voto: 8/10