(Apollon Records) Si definiscono desert rock, anche se vengono dalla Norvegia, sicuramente un paese lontano dagli scenari assolati, secchi e desolati del… deserto. Titolo omonimo per il debutto, uscito digitalmente lo scorso agosto ma capace di attrarre un certo corposo interesse, tanto che sembra si sia già superato il milione di stream sui vari canali… cifra che continua ad aumentare. E mentre i numeri crescono, quel deserto diventa tundra… un deserto più vicino alla geografia della band e pure a questo sound tagliente, a quelle chitarre accordate basse, a quel suono fragoroso il quale, guarda caso, mi ricorda proprio “Tûndra”… album del 2014 dei danesi Black Book Lodge… solo che gli Slomosa ci iniettano linee vocali più chiare, più brillanti, capaci di portare alla mente verso il doom e pure al… il punk! Doomy e ipnotica “Horses”, più rocambolesca e piena di fretta d’essere suonata “Kevin”. Spunti bluesy emergono dalle note di “There is Nothing New Under the Sun”, delicata ma sedicente “In My Mind’s Desert”. Decisamente vintage “Scavengers”, brano ricco di ritmica pungente. Diretta e sommersa da molto rock polveroso “Just to Be”, mentre si torna ad accenti incisivi con “Estonia”, prima della conclusiva “On and Beyond”, canzone che torna ad essere acida, rievocando quel deserto del nord, quella tundra inospitale e mistica. Album diretto, incisivo, ricco di energia ma anche di una spiritualità deviata, malata, volutamente inospitale. Quel milione di stream è ampiamente meritato, in quanto questi sanno essere tanto torridi quanto glaciali, tanto oppressivi quanto catchy…. tanto estremi quanto popolari.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10