(Underground Symphony/Audioglobe) Cercate informazioni sui Soul of Steel in internet? Non ne troverete! La band pugliese, qui all’esordio, non ha un sito ufficiale e il suo Myspace non è aggiornato da una vita; i nostri sembrano trascurare del tutto la promozione della propria musica e infatti il loro disco mi è divenuto noto soltanto per caso. Il sound e la produzione sono quelli tipici dei prodotti targati Underground Symphony: power fine anni ’90 più tecnico che potente, per nostalgici dei Labyrinth, degli Stratovarius e dell’epoca d’oro di questo genere. “Swordcross” ha un bel riff ma non convince l’interpretazione vocale di Gianni Valente, mentre “Reborn” ha un taglio vagamente epico e un refrain molto incisivo, ripetuto in modo incessante. Il brano sfocia nella ballad “Wild Cherry Trees”, molto evocativa nel suo crescendo. Dopo la classica cavalcata “Till the End of Time” abbiamo “Endless Night”, che vede la partecipazione vocale – particolarmente segnalata nel booklet – di Roberto Tiranti. Poco altro da segnalare per un prodotto che in fin dei conti rivela poco mordente.

(Renato de Filippis) Voto: 6/10