(Century Media Records) I Soulburn erano una costola degli Asphyx che ha poi preso ad andare avanti autonomamente nonostante una vita fatta di pause e ripartenze. Quarto album messo in piedi con un sound magistrale e in piccola parte fisiologicamente vicino a quello degli Asphyx, conferendogli però un timbro molto più oscuro, decisamente sinistro. Tuttavia l’aspetto centrale del sound degli olandesi è che il loro occasionale doom metal e il loro prevalente death metal tendono a spingersi verso i confini del black metal. “Assailed by Cosmic Lightning” potrebbe far pensare ai Darkthrone, mentre “Anointed – Blessed – and Born for Burning” offre la stessa impressione pur con l’influenza di quelle cavalcate pastose e laceranti proprio degli Asphyx. “The Morgue of Hope” apre nella maniera canonica nella genetica musicale della band e la seguente title track sviluppa ulteriormente quei pattern massicci, andature cadenzate e chitarre molto rumorose e protese a creare tappeti sonori inquietanti. L’album arriva a quasi un’ora e riesce a tenere alta la ‘tensione narrativa’, grazie dunque ai tipici e consolidati aspetti musicali dei Soulburn. Le composizioni della band che siano di tendenza doom o death-black, riescono ad avere tutte la stessa matrice sonora e con quel tocco vagamente raw.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10