copSpiritz(autoprodotto) Un altro incredibile prodotto dell’Ucraina. Questa terra sembra in grado di sfornare ottime bands, piene di grinta, rabbia, energia, potenza. Gli Spiritz sono capaci, infatti, di generare un muro sonoro veramente fitto. Fitto e dannatamente personale. Fatico a classificare o comparare il loro sound, in quanto ogni volta che riesco a captarne una influenza, immediatamente gli Spiritz cambiano direzione, spiazzando, sconvolgendo e ribaltando tutto. E senza chiedere scusa. Tanto per cominciare hanno un vocalist immenso. Offre una forza ed una rabbia estrema che tocca confini quasi nu-metal e metalcore, ma è sostanzialmente un cantante perfetto per prog e per hard rock o metal melodico (mi fa ricordare Sebastian Bach, per certi versi, Wayne Static per altri); riesce a raggiungere toni altissimi e riesce a suonare dannatamente infernale quando vuole rendere cattivo, malefico, ciò che canta. La cosa impressionante è che musicalmente, la band, non ha nulla da invidiare alla vasta gamma espressa da Bobby: chitarre molto elaborate, basso sempre dinamico ed impegnato in partiture coinvolgenti, calde e capaci di cambiare l’impatto di una intera canzone. Il drumming è sempre potente, ottimale, e l’uso delle tastiere è intelligente, d’effetto. L’opener “Last Exam” vanta strofe che catturano, coinvolgono ed il ritornello mette subito in mostra il singer. La bellissima “You In Me” è una ballad nervosa, nevrotica, quasi la versione stuprata di una ballad: pezzo pieno di fantasia melodica, dove chitarre e basso fanno cose fantastiche, mentre Bobby si esprime con growl, acuti, quasi parlato, dando luogo ad un pezzo sconvolgente, irresistibile, un pezzo che suonato dal vivo deve sicuramente mietere vittime, mentre sul disco riesce pure ad offrire una teatralità con trama cinematografica, con colpi di scena, suspance, sviluppi. Ottima “Insane”, pezzo pieno di tecnica, sostanzialmente tranquillo tranne per un ritornello letteralmente furioso, che crea un contrasto veramente godibile. “Life#9” è subdola, perversa, e Bobby alterna una voce hard rock brillante con qualcosa di più aggressivo che mi ricorda il singer degli Italiani Superhorrofuck. Struggente e riflessiva la power ballad “Not For You”, oscura “Little Dead People”, che per ironia del titolo mi ricorda ancora le performance vocali di Freak de Superhorrofuck, con l’aggiunta di varianti acute supportate da una componente orchestrale perfettamente circondata da chitarre potenti e taglienti. Molto tecnica, teatrale, fantasiosa nonché oscura “The Cow”, evoluta ed intrigante “Stop The Rain”, dove il livello di rabbia sembra aumentare sfociando su principi nu-metal espressi con teorie prog e melodic metal. “Bad Mood” mette in ulteriore mostra le ottime chitarre ed un solista veramente in gamba, mentre “Here We Go” ha quel feeling malinconico ma energetico, quel mood molto hard rock con un tono di oscurità, ed è il pezzo di chiusura perfetto. Al primo ascolto ho sofferto una apparente mancanza di linearità stilistica, ma già dal secondo (attento) ascolto sono riuscito a carpire una dose di originalità immensa, supportata da skill individuali degni di nota, anche se la band risulta molto compatta e sempre orientata a creare musica di insieme piuttosto che la scontata messa in mostra di qualità individuali. Essendo al debutto, ed avendo registrato a loro spese (e nel loro “studio”), è veramente sconvolgente vedere quale lavoro siano riusciti a mettere assieme. “Perfect Sides” è pieno di idee, tutte molto ben organizzate e dosate, ed è composto da musicisti che sembrano avere veramente molta più esperienza di quella dichiarata (e comunque maturata quasi completamente sul palco). Una sorpresa esaltante, un’altra chicca geniale che label (morenti) non vedono, non sentono, non valutano fingendo di non accorgersi di cosa offre l’undeground. Eppure Spiritz è skill, tecnica e qualità compositiva sapientemente imprigionate per sprigionare una potenza musicale devastante che dal vivo deve risultare assolutamente travolgente, mentre in cuffia fa viaggiare, offrendo dosi micidiali di esaltazione della creatività.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10