(Argonauta Records) Terzo album per Splendidula, quintetto belga capace di interpretare lo sludge ed il doom in maniera alquanto personale. La formazione proveniente da Genk è infatti abile nel creare contrasti tra momenti angoscianti e pesanti verso altri più melodici, il tutto con una raffinatezza che contrasta ancora con sporadici momenti ruvidi, aggressivi e grezzi. È ben evidente il lavoro certosino svolto in fase di arrangiamento, così come quello in fase di produzione in grado di evidenziare e fondere entrambe le anime della band. Sugli scudi la voce della bravissima Kristien, evocativa e psichedelica allo stesso tempo. È proprio la componente psichedelica, unita ad un’attitudine moderna, l’arma in più degli Splendidula. Un’attitudine che potremmo accomunare a quella dei Mastodon, per la capacità di rileggere in chiave moderna sonorità settantiane. Eppure non mi sento di accomunare la band belga con nessun’altra, perché la personalità è talmente spiccata da brillare di luce propria.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10