copstainlesssteel(Pure Underground/Audioglobe) Ci sono band così fedeli al verbo degli eighties da mettere quasi tenerezza: i tedeschi Stainless Steel, naturalmente attivi nella seconda metà degli ’80 e oggi riformati, appartengono sicuramente a questa categoria. Ma “Metal Machine”, per quanto neanche una nota sia originale, sa quasi sempre divertire e coinvolgere il defender of the faith. Il discorso è sempre quello: se ci sono l’attitudine, il mood e la capacità di songwriting, ripetere i soliti schemi non è mai un problema! “Masters of the Universe” è una classicissima di metallo stradaiolo: fra tutti i gruppi che mi potevano venire in mente, mi sono ricordato dei nostri Rain (forse per la somiglianza di timbrica fra Ralf Scholz e l’ex-singer dei bolognesi, Alessandro Tronconi). La successiva “Preachers of Hate”, con il suo break di basso pulsante, sembra una session dei Judas Priest, mentre la cadenzata “Disaster”, pur tenendo fede al medesimo modello, mi ha fatto pensare anche agli Hammerfall più genuini. Anche la seguente “Kiss of Judas”, piuttosto atipicamente, è un mid-tempo di sostanza; chitarre in libertà in “Riding on a Razorblade”, ma in questo caso il riferimento ai Priest è troppo scoperto e diventa quasi un calco delle atmosfere di “Painkiller”. Elementare ma godibile il giro di “Dirty Lover”; tocca le corde giuste (soprattutto per quanto riguarda la linea vocale) “Hold on”, mentre in conclusione abbiamo l’allegra e halloweniana “We want it-you’ve got it”, che ci riporta ancora una volta al metallo tedesco della seconda metà degli anni ’80. “Metal Machine” è sicuramente un disco per collezionisti, ma intrattiene con il giusto mestiere.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10