(Rockshots Records) Terzo scatenato album per la band francese impegnata in un groove death metal che non si fa scappare, tra le altre cose, qualche piccola ma feroce escursione nel black. Ed è proprio la capacità di andare in giro attraverso altri generi metal la dote che vanta il quintetto di Marsiglia. La opener, “Grasping the Embers of Exile” si rivela essere l’esempio perfetto per dimostrare questo libertinaggio stilistico, visto che si tratta di un ottimo brano che passa da atmosfere oscure e quasi gotiche, a un death/black vigoroso, per poi tornare alla tematica iniziale che fa scaturire melodia, atmosfera e pure un assolo emozionante. Molto potente “No Mercy”, un pezzo che oltre al groove death sa essere pesante come il doom, ma anche sincero e schietto come il thrash, specialmente in occasione dell’assolo. Rocambolesca ed in un certo senso punky “Terra Genesis”, massacrante il death di “Age of Chimairas”, mentre “Chrysalis” ripropone il contrasto grove death/black. Ricca di cambi stilistici ed una generale imprevedibilità “In the Clutches of the Abyss”, prima della conclusiva ed estremamente tetra “Echoes of a Fallen Empire”, forse il miglior brano del disco. Non ci si rilassa molto con la musica Stone Horns, per il semplice fatto che il loro sound è concepito per prenderti a calci, costantemente, senza tregua… spingendoti nelle spire infernali di un headbanging mortale e furibondo!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10