(Scarlet Records)  Il black/death dei capitolini è decisamente in forma. Gli Stormlord incastrano l’epicità e le atmosfere magniloquenti e orchestrali nel proprio tessuto musicale, senza però rinunciare a una parte prettamente metal dinamica e con una decisa dose di potenza. Anche l’uso di fraseggi delle chitarre disseminati nell’arco dei pezzi, rappresentano un punto di ottimizzazione nella struttura degli stessi. Tuttavia aleggia su tutto il comparto orchestrale che resta dietro a tutto il resto, senza espropriare spazio alla componente metal. Elemento non trascurabile che resta condivisibile, perché in tal modo gli Stormlord riescono a tenere le partiture blackened o black – il confine tra i due stili in questo lavoro è labile e il black metal anzi sempre vincere alla lunga – in una forma piena e di primo piano. La sezione ritmica è un punto di forza, un montante, una trave che sorregge molti punti di “Far”. Gli Stormlord toccano un ventaglio death  e black ampio, pur avendo uno stile proprio, alcuni spunti riecheggiano formazioni blasonate, ma il ‘già sentito’ non infesta i pezzi di “Far”. Gli Stormlord sanciscono un atto estremo, pur rispettando le scelte symphonic e alla fine la band accelera e pesta, oltre a tessere dei momenti di una certa foggia e per oltre cinquanta minuti. Forse troppi a testimonianza di un livello di arrangiamento comunque evolvibile. Epica e mistero, in “Sherden” per esempio, altri di grande respiro melodico, come “Cimmeria”, in una coltre di balst beat e non che seminano un black metal a tratti stile  anni ’90 e di stampo europeo, dunque non scandinavo.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10