(Napalm/Audioglobe) Gli speed metallers canadesi Striker, qui al secondo disco, sono sicuramente simpatici (e le loro foto fra smorfie e boccali di birra lo testimoniano pienamente): ma “Armed to the Teeth” ha un problema che si evidenzia fin dalla prima traccia. “Forever”, infatti, ha sicuramente potenza e un bel refrain, ma la produzione è troppo moderna per gli amanti del metallo old style, che si nutrono ogni giorno di prodotti MyGraveyard o Pure Steel, dove i canoni classici sono rispettati con maggior ‘devozione’. “Armed to the Teeth” – anticipo quindi le conclusioni – finisce quindi per deludere entrambi i tipi di pubblico ai quali potrebbe rivolgersi: troppo nuovo e ‘plastificato’ per i defenders, troppo vecchio e ‘riciclato’ per le nuove generazioni! Tuttavia non è certo tutto da buttare. Per “Let it burn” i Judas Priest dovrebbero chiedere i diritti di copyright, mentre “It could be worse” si basa su fraseggi maggiormente ispirati alla NWOBHM. Con un mood più potente, “Land of the Lost” sarebbe stato un grande brano schiacciasassi, invece così come si presenta è riuscito soltanto a metà; “Wolf Gang” prova un non disprezzabile approccio thrash. Finalmente in “Feed the Fire” le chitarre dominano al 100% la scena inseguendosi in duelli senza fine, ma con “Can’t stop the Rush” siamo già alla fine di un disco dove i brani hanno anche il difetto di presentarsi troppo omogenei. Francamente penso che i nostri debbano maturare ancora, e non poco.

(Renato de Filippis) Voto: 6/10