copSuicideSilence(Nuclear Blast) Quarto album per gli Statunitensi Suicide silence, band di punta del panorama deathcore. Il titolo dell’album è emblematico, una sorta di reazione dopo la perdita di un elemento caratterizzante come il singer Mitch Lucker, morto nel novembre 2012 dopo un incidente motociclistico; il gruppo decide di continuare, reclutando l’ex All Shall Perish Hernan Hermida, dotato di uno screaming più acuto del predecessore anche se leggermente meno potente, mentre il growl è profondo, e la sua prova dietro il microfono non fa rimpiangere lo sfortunato Lucker. Forse a causa di queste vicissitudini, i Suicide Silence pubblicano l’album più oscuro della loro carriera, anche se lo stile musicale resta perlopiù immutato, a dimostrazione della ferrea volontà del combo di voler continuare su quella strada che li ha portati ad essere un punto di riferimento della scena, uno stile caratterizzato da possenti riffs monolitici spezzati da improvvise accelerazioni e linee vocali alternativamente in screaming e in growling. Emblematico, in questo senso il brano “Inherit The Crown”, dal riffing stoppato vicino ai Pantera, sul quale si staglia lo scream di Hermida, prima dell’assolo melodico dopo il quale parte una devastante accelerazione che riporta al riff principale. La successiva “Cease To Exist” inverte la formula, partendo velocissima e travolgente fino al breakdown dal quale parte un assolo slayeriano che precede il rallentamento finale. Degna di nota anche “Warrior”, mid tempo pesantissimo e ricco di cambi di tempo e con una prova vocale maiuscola da parte di Hermida. Da incorniciare la sezione ritmica nella title track, dove spiccano le partiture di basso di Dan Kenny e il drumming variegato e tecnico di Alex Lopez. Tutto l’album si mantiene su alti livelli, senza riempitivi o momenti di noia. Un lavoro che, nonostante le tragedie e le difficoltà patite, conferma i Suicide Silence come capiscuola del deathcore.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10