(Argonauta Records) Gli svedesi Svärd sono un nuovo progetto con membri di Ahab (i quali hanno appena pubblicato un live album, recensione qui) ed In Mourning ( e pure ex membri di questi ultimi)… ed il loro genere, quasi liberatorio, spazia dal metal tirato al doom con sfacciata noncuranza aggiungendoci tra le altre cose anche un pizzico di psichedelico. Le cinque tracce sono strane: dopo una breve introduzione (che conta come traccia), il quartetto suona così ignorante de old school da risultare simultaneamente poco attraente e… dannatamente magnetico! “A Rift in the Green” contiene molto sludge, ma strizza l’occhio ad un amalgama di thrash e death… appartenenti ad una epoca antecedente la suddivisione dei due generi, con dosi di puro metallo espresse da un ottimo basso e da una chitarra solista stimolante. “Palaeocene Flames” elimina quegli spunti old school… tuffandocisi dentro senza rispetto, dando l’impressione di uscire da roba dura degli anni ’80: ed è con pezzi di questo tipo che l’ascoltatore moderno può allo stesso tempo storcere il naso ma anche sentire una botta di defibrillatore alla dimensione nostalgica dei ricordi! “The Burning Asylum” è aggressiva e graffiante, quanto oscura e ricercata, ricca di groove e dinamismo schizoide. Il cambio di direzione è poi palese con la conclusiva “The Portal”, oltre nove minuti di doom di alta qualità, macilento e brillante, pesante ma stuzzicante, grezzo ma curato. Un debutto che smuove un po’ la scena, riportando in vita sonorità, ma anche scelte di arrangiamenti e mix, che sembrano giunte fino ad ora dopo un travagliato viaggio nel tempo. Il debutto su lunga durata all’orizzonte diventa quantomai provocante…

(Luca Zakk) Voto: 7/10