(code666) Passo avanti dai tempi del valido “Stăpîn Peste Stăpîni” (recensione qui) uscito nel 2015. Tuonano dalla Transilvania e mettono in piedi un gustosissimo black metal sinfonico con iniezioni pagan folk. Sembra quasi un miscuglio tra Dimmu Borgir (quelli di un tempo), con un po’ della potenza degli Amon Amarth ed un travolgente contesto folk che rende tutto più interessante, catchy, pulsante e meno scontato. Fedeli alla linea, propongono tutto in lingua madre, dal moniker a ciascuno dei singoli brani. La stessa band parla del quarto capitolo di una saga (con il precedente disco era il terzo della trilogia…) ma in nel contesto evocativo di tradizioni antiche l’idea ci sta, come cade a pennello quell’indole convinta, fedele, radicata… che sembra dar vita ad un power metal in versione harsh e black. L’impostazione è decisamente più cinematografica. Riff taglienti si fanno esaltare da keys trionfali… e non mancano nemmeno ottimi assoli di chiara indole heavy, come sulla bellissima “De-A Dreapta Omului”. Quel pagan black ricco di pulsazione si sente benissimo nella title track e l’uso di cori clean spinge ancora più verso campi di battaglia epici e scenari pregni di meritatissima gloria. Stupenda la lunghissima opener “Tărîmu’ De Lumină”, un brano symphonic black, che stuzzica il folk, che abbraccia il power metal in chiave ovviamente sinfonica. Suggestiva e malinconica “Plecăciune Zăului”, un brano di una intensità infinita che mette alla prova la variabilità vocale della band (vari growl e ottimo clean). Il folk diventa predominante nella tribale “Cocoşii Negri”, mentre la bonus track “În Pîntecu’ Pămîntului” (versione elettrica del brano tratto dal secondo album “Sub semnul lupului”) chiude con potenza tuonante ed energia infinita. A cavallo tra dettagli noti e idee originali, questa band mette assieme componenti comuni dando origine ad un prodotto strano: non lo posso definire veramente originale… ma certamente molto provocante ed assolutamente efficace. Un disco che ama farsi ascoltare, a ripetizione, che offre spunti di vario tipo, trasporta dall’headbanging all’adorazione di dei pagani assetati di sangue di eroi… il tutto con una scioltezza senza paragoni. Musica che coinvolge. Musica che esalta. Che fa digrignare i denti. Musica che genera energia. E… inutile mentire, è proprio questo che la musica dovrebbe fare!

(Luca Zakk) Voto: 8/10