copSystemHouse33(Autoproduzione/Transcending Obscurity) Noto con piacere che molte uscite in campo metal provengono dai posti più disparati e lontani, con scarsa tradizione in ambito rock in generale. Un esempio di quanto appena detto è rappresentato dai Systemhouse 33, provenienti da Mumbai (India) e attivi dal 2003 con alle spalle già quattro lavori, tra EP e full length. Il genere proposto è un thrash metal moderno, sulla scia di acts come Pantera, Machine Head e Skinlab. L’album si apre con “Abstraction”, intro oscuro ed atmosferico che crea una certa tensione. “Dephts Of Despair” è la canzone del lotto dove le influenze dei Pantera appaiono più evidenti: chitarre stoppate, riffing cadenzato e la voce di Samron Jude che fa il verso a Phil Anselmo con risultati alterni. In alcuni frangenti risulta davvero convincente e incazzato, mentre in altri sembra quasi uno scimmiottamento forzato. “Death Wish” ha un incedere quasi funky, con un’ottima sezione ritmica (il livello tecnico di tutta la band è mostruoso). “Stark Revelations” ha un inizio panterizzato, per poi evolversi in un riffing più vicino al thrash old style, ovviamente suonato con chitarre low tuned e sorprendenti cambi di tempo. “Courtesy And Protocol” è estremamente pesante, con quel riff terzinato posto in apertura che spinge all’headbanging più sfrenato; un cambio di tempo porta la canzone su binari cari ai Machine Head. Un riff lento accompagnato da scale orientali in apertura di “Resistance”, brano che prosegue con un’ottima voce in growling e un riff estremamente cadenzato e marziale. Veramente buono l’assolo nel finale. “Armistice” è un outro simile all’intro che chiude l’album. La produzione è potente e viene messa in risalto la sezione ritmica. Il disco è suonato in maniera eccellente a livello tecnico, mentre è perfettibile a livello compositivo. I mezzi a disposizione li hanno e sono fiducioso che sentiremo parlare ancora di loro, mi aspetto grandi cose.

(Matteo Piotto) Voto: 7/10