(Dissonance Productions) I Tank sono stati un’istituzione nei primi anni della NWOBHM. Il terzetto, composto da Algy Ward alla voce ed al basso e dai chitarristi Mick Tucker e Cliff Evans fondevano il metal delle origini all’attitudine punk dei Motörhead, formazione alla quale i nostri sono stati accostati di verse volte. Dopo lo scioglimento avvenuto nel 1989, la band si riunisce per dieci anni dal 1997 al 2007 quando, a seguito di alcune diatribe prendono la decisione di dividersi nuovamente. Tucker ed Evans fondano una nuova incarnazione dei Tank, dedita a sonorità vicine all’hard rock e reclutando Doogie White alla voce. Ward decide quindi di fare tutto da solo mantenendo il nome Tank, con il risultato che ora ci troviamo con due band omonime, un po’ come era successo con i Queensryche. Nel disco in esame parliamo dei Tank di Algy Ward, il quale a differenza degli ex compagni ha mantenuto quel sound muscolare e dall’attitudine punk che ha reso famosa la band inglese. Sonorità ruvide ed ancorate alla vecchia scuola, ma, ahimè piuttosto banali e dal songwriting qualitativamente povero e prevedibile. Non è tutto da buttare, perché una canzone come “First They Killed The Father” vale da sola il prezzo del disco, grazie ad un riffing roboante ed un lavoro di batteria terremotante. Per contro, ci sono pezzi come “2000 Miles Away” e “March” che, pur non essendo nemmeno male, alla lunga rischiano di annoiare a causa di ritornelli ripetuti all’infinito. Un lavoro apprezzabile per attitudine e grinta, ma alquanto fiacco alla voce ispirazione.

(Matteo Piotto) Voto: 5,5/10