(AFM Records) A tre anni di distanza da “Schreib es mit Blut” tornano gli inossidabili  Mittelalter Rockers tedeschi Tanzwut: ancora una volta un disco con moltissimi brani (tredici più uno in doppia versione), ancora una volta una felice commistione di stili e melodie. Il titolo indica le ‘Storie (perlopiù fantastiche e inventate) dei Marinai’, ma nel platter trova posto un po’ di tutto… Inusuale ma azzeccata la scelta di partire con un brano lento e pieno di pathos come la titletrack, che disegna atmosfere piene e quasi epiche. Medieval Rock d’effetto con “Galgenvoegel” (‘Pendagli da Forca’), ruvida e relativamente vicina alla NDH “Reden ist Silber” (‘La Parola è d’Argento’). Il tragico pessimismo di “Die letzte Schlacht” (‘L’ultima Battaglia’, della quale si dice che ‘non conosce vincitori’) fa pendant con l’algida “Ich bin der Nachtwind” (‘Sono il Vento della Notte’), ormai vicina a certe cose dei Subway to Sally. Lenta ma roboante “Francois Villon”, dedicata al celebre poeta tardomedievale, mentre “Das Gewissen” (‘La Coscienza’) è un energico up-tempo. Qualche spunto elettronico nella corposa “Im freien Fall” (‘In Caduta libera’), prima che l’inno “Herrenlos und frei” (‘Libero e senza Padroni’) celebri l’amicizia e la fede degli appartenenti alla scena. Sempre difficile (per non dire impossibile) che il genere si affermi in Italia, ma i Tanzwut sono sicuramente fra i migliori nomi. Inspiegabile che la band non sia stata accolta nella Encyclopaedia Metallum: da anni i nostri sono molto più metal che rock.

(René Urkus) Voto: 7,5/10