(Napalm Records) Il settimo album della band melodic-power symphonic metal italiana Temperance vede l’ingresso in formazione della soprano Kristin Starkey. Voce che si affianca a quella di Michele Guaitoli, ampliando così la portata del comparto vocale per le migliori soluzioni possibili da integrare alla musica. I Temperance si esprimono con uno stile multiforme, nel quale l’elemento symphonic viene plasmato da cori power, lirici nonché da melodie che tracciano direzioni heavy, appunto power e occasionalmente melodic metal. La sommatoria di più stili riconduce tutto all’identità stessa della band. Un’identità nella quale il symphonic metal suona maestoso, frizzante e soprattutto potente anche per via di momenti cinematic. L’album è un concept nel quale c’è Viktor che trova una bambola giapponese, Daruma, e poi un villaggio magico. Alla storia si aggiungono i contributi di Arjen Lucassen (Ayreon), Fabienne Erni (Eluveitie, Illumishade), Laura Fella (Faun) e Alessandro Conti (Twilight Force). Marco Sacchetto, batterista, picchia con potenza e infonde costantemente sostanza alle andature prese dalla musica. Sia essa di taglio estremamente melodico o con una certa maestosità strutturale, i pattern ritmici sorreggono con decisione ogni istante. Con Luca Negro al basso, la sezione ritmica si distingue per una laboriosità convincente. Come sempre la chitarra di Marco Pastorino riempie con i synth orchestrali l’impalcatura dei pezzi, con Pastorino che sforna anche qualche buon assolo, sempre pochi però perché sono soprattutto i cori a prendersi la maggior parte degli spazi nelle dinamiche dei pezzi. Si avverte anche grazie al senso vocale dato dalla coppia dei due cantanti, un insieme melodico che affonda radici nel pagan metal quanto in terreni epic-fantasy. Un insieme melodico che fortunatamente contrasta lo sfrenarsi concettuale della musica a volte troppo tesa, irruenta. Grazie ad alcuni pezzi, come “A Hero Reborn”, arrivano momenti di equilibrio.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10