copterrorway(Bakerteam Records) Suoni moderni, suoni letali. Infettano l’atmosfera dalla calda Sardegna, ma il loro sound micidiale emana sensazioni fredde, mortali, un autentico incubo concentrato in nove furiose tracce dove un metallo dalle sembianze moderne, con richiami industriali, si scatena in un qualcosa che rende l’aggressività una ragione di vita, una scienza perversa che i quattro musicisti sviluppano con clinica e cinica precisione. Sono solo al secondo album, ma il loro stile è chiaro, marcato, personale. Le mostruose dosi di violenza sono sempre iniettate da concetti ricchi di stile, che li avvicinano ad un death metal molto tecnico, con ispirazioni che osano sui territori del progressivo. E’ noto che sono tra le nuove band più interessanti nella scena nascente del metal estremo europeo e “Blackwaters” non può che confermare questa informazione, anche grazie ad un ottimo lavoro in studio curato da  Jacob Olsen (Hatesphere, Moonspell). A livello tecnico sono veramente impeccabili: ogni riff è studiato in maniera perfetta e i frequenti cambi di tempo o di atmosfera sono sempre fedeli ad una trama musicale pensata per devastare, sconvolgere, annientare. Interessanti i dettagli di chitarra e basso sulla brutale “Renewal”, un pezzo che crea un’attesa piena di ansia per poi scatenare un autentico bagno di sangue. Brutale “A Cursed Race”, che si abbandona in maniera fantastica a ritmiche che ricordano i Death, senza mai tralasciare dei passaggi pieni di atmosfera, un’atmosfera marcia, subdola, agghiacciante. Stupende le melodie della title track, melodie evolute ma sempre violentate da ritmiche progettate per devastare le ossa, lasciare cicatrici. Avvincenti e piene di sorprendenti idee “The Inascapable Plot” e “Chained” . Ogni traccia offre chiavi di lettura diverse: si sentono le varie influenze dei musicisti (tra queste Lamb Of God, Pantera, Meshuggah) ma quando l’ascoltatore pensa di percepire una direzione stilistica, la genialità esecutiva e compositiva dei Terrorway scaraventa in faccia una deviazione sonora, sempre perfettamente allineata con il resto del pezzo, ma altrettanto costantemente sconvolgente e brutale. Un disco pieno di rabbia, di tecnica, di fantasia… tre caratteristiche portate all’esaltazione con una disinvoltura assoluta, derivante da grandi capacità tecniche,  dominio degli strumenti e song writing.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10