(Black Hill Records) Ian Astbury e Billy Duffy con i loro The Cult sono un’istituzione del rock ed una delle migliori coppie artistiche da sempre in circolazione. “Under The Midnight Sun” è l’undicesimo album in studio in quasi 40 anni e a sei dal precedente. È stato prodotto da Tom Dalgety che ha lavoratoì, tra i tanti, con i Pixies, i Ghost, i Killing Joke, Therapy? ed ora anche con i The Cult, valorizzando egregiamente le loro nuove canzoni. Dal primo ascolto si ha l’impressione che Ian Astbury forse sia un po’ giù con la voce perché la produzione tende a coprirlo, non mettendolo troppo in evidenza, cioè più su della musica. Magicamente però è in “Give Me Mercy”, un pezzo bellissimo ed infatti è il singolo apripista di questo album, Astbury emerge nella sua purezza attuale con una prestazione sontuosa. Billy Duffy possiede una chitarra graffiante, impegnata a creare armonizzazioni tra il romantico e la melodia dai toni viaggianti, ariosi in questo caso e con il consueto feeling che contraddistingue il suo appunto guitarworking. Duffy è misurato, sviluppa riff dosati, gli assoli poi non sono tanti ma tra fraseggi e arrangiamento colloca le sue sei corde nei punti giusti di queste atmosfere fosche e ribollenti di un pathos malinconico. L’album riprende il periodo dark/gotico dei The Cult e possiede un lucido ma non smaccato romanticismo che cinge l’insieme. “Outer Heaven” è una canzone a suo modo cinematografica, sarebbe perfetta in qualche sequenza filmica con il suo essere strutturata in tre parti, tre momenti che si susseguono verso un finale festoso e fastoso. L’apertura dell’album avviene con l’ottima “Mirror” e “A Cut Inside”, le quali restituiscono da subito il duo inglese in una veste quasi leggera e comunque energica; due pezzi precursori del clima fosco, a tratti struggente e forse sognante che pervade l’intero “Under The Midnight Sun”. Poi c’è “Knife Through Butterfly Heart”, canzone mansueta nella sua prima parte e imperiosa e in crescendo poi, con i synth che schiacciano tutto ed anche la chitarra di Duffy, è la più lunga dell’album con sei minuti e altrettanti secondi e forse è anche la più poliedrica e varia tra tutte. “Under The Midnight Sun” è chiuso dalla title track che tinteggia uno scenario avvolto da tastiere orchestrali e una lancinante, fluida e limata chitarra che si produce in un proliferare di note allungate che percorrono l’intera canzone, mentre Ian Astbury offre la sua performance più appassionata, ispirata nell’album. Il titolo “Under The Midnight Sun” è stato ispirato a Ian Astbury da una passeggiata esteva alle tre del mattino durante il Provinssirock Festival in Finlandia. In estate il sole non tramonta nei paesi del Circolo Polare Artico, resta infatti sopra l’orizzonte e non tramonta né sorge. Il sole di mezzanotte dunque, in un’atmosfera dove la serenità delle persone ad un evento rock ha ispirato misticamente due musicisti di culto.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10