(Avantgarde Music) Ryan Wilson… Io non capirò mai come la mente che ha creato realtà sonore davvero estreme come gli Intestinal Disgorge e altre possa nel contempo aver partorito album di una calma e bellezza devastante come questo sesto lavoro dei The Howling Void. L’acume con cui le melodie di quest’opera si insinuano nell’ascoltatore dall’inizio dell’ascolto fino alla fine hanno un ché di angelico. Non sto esagerando, questo è il disco che gli Opeth cercano di fare da una vita e che se vanno avanti così si sogneranno di comporre da qui all’eternità. Opeth, ma anche Katatonia e un pizzico di Anathema, un progetto che la Avantgarde si è portata a casa già da un po’ e già questo dovrebbe significare qualcosa. Cinque tracce doom evocative e celestiali, uno stillicidio sonoro con tempi che ricordano i My Dying Bride più aggressivi e ispirati. Neanche una nota fuori posto in questo progetto, un incedere portentoso dalla prima all’ultima traccia. Cinque inni alla disperazione, cinque gemme preziose da ascoltare e riascoltare senza tregua. Solo una pubblicazione in vinile potrebbe risaltare maggiormente un suono perfettamente bilanciato e costruito su ritmiche sapienti e ispirate. Picchi compositivi sconosciuti a molti nomi ben più grossi ormai da molto tempo, alcuni dei quali nominati appena un paio di righe sopra. Spettacolari.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10