(autoprodotto) Un rock moderno, ma con feeling che riporta ad altri tempi. Un po’ post, un po’ avantgarde, ma con una atmosfera indiscutibilmente gotica ed ottantiana. Sono di San Francisco e giungono al secondo album questi quatto ragazzi giovani che puntano tutto sulla musica e molto poco sull’immagine. Un disco brevissimo, meno di mezzora, ma capace di tessere intricate trame che prendono ispirazione da rock, dark, metal e pure pop, rivelando una certa capacità compositiva della band. Si tratta di un album oscuro ma accessibile, soft ma incisivo: c’è malinconia, ci sono tracce di Morphine, c’è una deliziosa componente organica che si libera anche in un contesto di perfezione sonora con iniezioni digitali. Lenta e mistica “Dirty Dreams”. Più vicina agli anni ’80 “Vivaldi”, un brano che non nega uno sguardo a sonorità di matrice più forte. Emozionante e pulsante “Mask”. Si rivela con teatralità la bellissima “Leaving”, canzone supportata da ritmiche fantasiose e suggestive. Decadente e in pieno ambito post la title track, mente è un percorso introspettivo e buio quello che emerge con la conclusiva “Stab”. Album interessante, piacevole, ben suonato, ricco di melodie e ritmiche ricercate, con linee di basso allettanti ed indovinate. Un sublime equilibrio tra energia e relax tinto di nero.

(Luca Zakk) Voto: 7/10