copTHEMEGS(Pure Steel Publishing) Terza uscita discografica per gli Italiani The Megs, dopo l’esordio “Jealousy” (2011) e l’EP “Start” (2013). La band descrive il proprio stile “High Energy Rock”, un termine che ritengo piuttosto azzeccato. I brani contenuti in questi album sono piuttosto brevi e senza fronzoli, immediati. Musicalmente ci troviamo davanti ad un hard rock piuttosto robusto, abbondantemente arricchito da melodie catchy e da ritornelli dall’impostazione vicina a sonorità pop, dal forte appeal commerciale e radiofonico ma che non mettono mai in secondo piano la potenza sprigionata. Le canzoni sono piuttosto variegate, spaziando tra i ritmi cadenzati di “What I Would Like”, dal riffing che richiama alla mente i Cult, a parti più aggressive, come nella scoppiettante “Blackout”, fast rock d’impatto e molto coinvolgente. “Apache” è caratterizzata da una ritmica tribale, con le percussioni che spadroneggiano in una danza ipnotica. Un altro potenziale hit è l’anthemica “Take Me To Heaven”, song ritmata che ha il suo punto di forza nel trascinante ritornello, semplice quanto efficace. Nonostante l’eterogeneità, i brani sono legati tra loro dallo stile della band che è riconoscibile e personale, tanto che non riesco a capire nitidamente a quali gruppi possano essersi ispirati. Si tratta certamente di hard rock tradizionale, ma le influenze sono state assorbite al punto che i The Megs risultano assomigliare solo a se stessi. Davvero un’ottima sorpresa!

(Matteo Piotto) Voto: 8/10