copTHEOBSCENE(UKEM Records) Nefasti. Brutali. Violenti. Tuonano dall’Inghilterra e sono oscenamente e morbosamente appartenenti alla scena death metal pura. Sono personaggi che risorgono da precedenti bands e, assieme, riescono a raggiungere nuovi inesplorati estremi di marciume e decadenza. “Architects of Deliverance” è un album sicuramente pesante, incompatibile con qualsiasi concetto di pace, quiete o relax. Precisi e puliti come immondi chirurghi, propongono un sound letale, massacrante, registrato con perfezione, pulizia e cinismo… ma dagli effetti velenosi. L’uso di molteplici di voci, dal growl sepolcrale, allo scream omicida fino, al growl violento, fino ad un quasi core passando per voce clean, crea una sapiente scelta che sopra a ritmiche mostruose, furiose, incalzanti riesce a proporre quaranta minuti di morte allo stato puro. In un genere, il death, che sembra aver detto tutto, è interessante notare come questi The Obscene riescano a suonare freschi, attuali, creativi e coinvolgenti. Pezzi come “Nex Necis” non avranno sicuramente nulla di nuovissimo, ma sono fluidi, brutali, perfetti sia in cuffia che dal vivo. Bella “Dawn Of Suffering”, dove riff perversi e veloci riescono a creare una dominante che travolge, massacra e cattura. La title track riassume la perversa brutalità della band, “Carrion Feast” riassume il death metal spiegando come debba veramente essere, mentre “Worlds Ablaze” con i suoi oltre otto minuti, trasforma un death metal crudo in un qualcosa di scenico, teatrale, atmosferico. Album poderoso, pieno di ritmiche spezza ossa che emergono spesso a sorpresa, sempre con improvvisa cattiveria. Negatività, antipatia, odio ed incompatibilità con la vita. Questo potrebbe essere il riassunto del sound “Architects Of Deliverance” e dell’indole di The Obscene, ovvero una band che garantisce l’immortalità di un genere spesso dato per defunto; Ma il death è morto solo nel nome, in realtà le vittime stanno altrove, e sono sempre in continua crescita.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10