(Coroner Records) Ettore Rigotti e Claudio Ravinale (il primo è polistrumentista e magnifico produttore di grido e compagno del secondo nei Disarmonia Mundi) non si fermano e lanciano i The Stranded, insieme a Elliot Sloan (chitarra e basso,  nonché skater professionista) e Alessio Neroargento (tastierista anche con i Disarmonia Mundi e altri), un complesso musicale di melodic death metal, thrash metal e diversi elementi potenti e variegati del metal estremo, il tutto inondato da melodie avvincenti e da qualche cenno di elettronica che crea qualche scenario dal mood industrial. Un lavoro che si rivela accattivante proprio per la forza delle canzoni, per i buoni arrangiamenti (capirai la novità, visto il calibro di chi vi suona) che le compongono e i riffs dinamici, espressivi, melodici e ruggenti. Ad essere sincero al primo ascolto ho metabolizzato il tutto gradevolmente, ma anche con la consapevolezza che tutto fosse roba già sentita, da parte del Rigotti. Ma il secondo ascolto è stato davvero rivelatore, in sostanza le canzoni erano già parte di me, le melodie ormai familiari e il riffing un tessuto che mi rivestiva la pelle. Questa è stata la piacevole sensazione dell’ascolto di “Survivalism Boulevard” e quindi di canzoni come “Blood Like Gasoline”, “Blackout Season”, bella, immediata, ma anche progressiva. Oppure canzoni del calibro di “Ill Will Future”, con quelle chitarre dannatamente heavy, la malinconica (merito di Neroargento) “Sulphur Crown” e l’epica “Carnival Shroud”, dove manco più i Dark Tranquillity riescono a fare cose del genere, per non dire della struggente, conclusiva  e breve (meno di 3’ dal sapore megadethiano) dell’album. Stop, fine, dopo 40’minuti vivisezionati da 10 canzoni. Un piccolo gioiello dunque, dove la musica suona splendida sia per le note che per come sono state suonate e cantate e alla fine “Survivalism Boulevard” sembra andare ben oltre ogni semplice e comoda classificazione.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10