(WormHoleDeath) Quando recensii il primo album dei The Way of Purity rimasi colpito. Un sound roccioso, massiccio, arrabbiato e costellato da alcuni synth che davano un certo dramma al sound. Poi li intervistai, c’era la nuova arrivata Tiril Skårdal (voce). Venne presentata al mondo attraverso un video inquietante. Lei arrivava dal profondo di un bosco, dice qualcosa, poi si volta, la veste è piena di sangue. Si avvia di nuovo nelle profondità della vegetazione e parte un urlo disumano. Agghiacciante. Loro mi ricordarono i Crass: con i gloriosi punk-collettivo si avvicinavano nell’essere appunto un nucleo operativo. Sono animalisti, dediti al fronte di liberazione degli animali, pacifisti, salutisti della terra. Si esibiscono con volti coperti e con abiti paramilitari…beh, tante cose che messe insieme ricordavano proprio un collettivo anarchico. “Biteback” è il presente, un piccolo anticipo per il nuovo album “Equate” (non tarderete a leggerne il resoconto di Metalhead), un piccolo lavoro di sole tre canzoni, due delle quali si ripresenteranno in “Equate”. “Eternal Damnation to René Descartes” espone un riff ipnotico e tintinnante, subito ricoperto dalla colata lavica, la quale però è plasmata nel ritornello e finisce per fare breccia nel cervello di chi ascolta. “Keep Dreaming” è un razzo col carburante di blast beat e un riffing quasi black metal. Il nucleo centrale è Meshuggah portato all’estremo e anche questa volta i synth hanno un ruolo portante nel dare alla canzone un peso epico ed emozionale. “Reverse the Time”, brano che non figurerà nel prossimo album, oscilla anch’esso tra black metal, metalcore e death metal. Rabbia, violenza, catastrofe, impatto mortale: i The Way of Purity annichiliscono tutto in 9′. Se “Biteback” è un atto promozionale, “Equate” avrà tantissimo da dire.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10