(Autoproduzione) In Germania il metal a volte ha preso strade ibride, ed è per questo che spuntano poi band come i thisONEless che nel loro sound ci mettono dentro alternative rock-metal e l’emocore. L’incipit delle canzoni è sempre molto soft, poi i toni emotivi si alzano, il pathos aumenta e le chitarre diventano più distorte, fanno più chiasso. Sono distorsioni che hanno un mordente basso però, troppo rock nell’essenza, incasinate ma non abbastanza metal nella realtà. Il cantato offre sempre toni docili, spazzati via per qualche secondo dall’urlo rabbioso d’ordinanza. La batteria si limita per davvero a portare il tempo, senza concedere qualcosa di personale, di proprio. Nell’insieme “To Give Everything” (che non è il primo album dei tedeschi) scorre mansueto ed ordinato ed è questo il punto: è rock e qualcosa di più energico e di sfrontato è d’obbligo e invece sembra che i thisONEless si limitino al compitino. Non osano. “Invited to Live” parte come se fosse una strumentale e invece c’è il cantato e la canzone si rivela qualcosa di inquietante e sinistro. Anche “Standing On the Sidelines” ha un inizio autonomo, in stile acustico, poi il brano decolla verso scenari più rock e cupi. Ma i thisONEless non sono assolutamente dei tizi allegri. Altri brani che concedono qualcosa di interessante, più come melodie e scenari emotivi, sono “Dolores” e “The Battle” con innesti emo/pop-rock. Insomma una materia sonora incerta, tra il rock e il nu metal, o comunque troppo annacquata e quando i thisONEless provano a fare i selvaggi e i cattivi, ma non bastano i groove e qualche passaggio rabbioso, non si trova mai l’atteggiamento giusto.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10