(Chaos Records) Thorn, ovvero lo statunitense Brennen Westermeyer che gestisce autonomamente questo marchio. Death metal dell’Arizona, dalla città di Phoenix, in questo album denso di atmosfere oscure, tormentate. Suggestivi i riff e alcuni fraseggi che creano scenari sulfurei quanto da incubo, mentre Westermeyer canta con un growl arso e cavernoso che ben si accomuna a questa atmosfera allucinante. Il secondo album di Thorn possiede momenti vagamente Suffocation di un tempo con qualche rasoiata un po’ di scuola svedese. “Yawning Depths” è un esempio del death metal suonato però con una serie di arrangiamenti diversificati, soprattutto nell’introduttiva “Hellmouth”, dove per tre minuti  Brennen Westermeyer capovolge di continuo lo stile portante del pezzo. Questo sapiente variare dura per quasi tutto l’album. Un momento di rottura è la velocissima “Noxioux Existence” con una parte centrale cadenzata, appunto più lenta e vagamente doom nella sostanza. “Lapis Lazuli” è il materializzarsi di un momento pacato, con chitarre che arpeggiano in maniera distorta e fondano uno scenario piuttosto suggestivo. Tra cadenze appena brutal, come in “Graven Moonglow”, assalti all’armo bianca cinicamente dosati, le summenzionate variazioni di stile, “Yawning Depths” risulta un essere un album ben arrangiato e che nelle preoccupanti atmosfere trova la sua forza estetica.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10