(Svart Records) Dopo cinque anni dal precedente “Manhole”, esce il secondo album per Throat. Attiva dal 2009, la formazione finlandese ha giù una nutrita discografia, tra demo, EP e split, mentre non si può dire che sia prolifica nel pubblicare full length. Lo stile della band non è facilmente assimilabile, tra dissonanze, parti rumoriste riffs ripetuti ossessivamente e qualche melodia strisciante in mezzo al marasma sonoro. Una delle influenze che maggiormente affiorano è quella dei Melvins, che influenzano pesantemente sia la componente sludge che quella post hardcore, ma con in più una forte componente industrial, tra rumori urbani e ritmiche ossessive che richiamano i Godflesh. L’opener “Safe Unsound” presenta tutte queste caratteristiche, rivelandosi un pezzo magari ostico per i non avvezzi, ma sicuramente affascinante. “Shortage (Version)” è lenta, monolitica e paranoica, mentre “Bone Strike” mette in luce le radici punk/harcore, dal riffing incalzante, diretto e frizzante. Un disco certamente non per tutti, ma gli amanti di bands come Melvins, Neurosis e Godflesh lo troveranno sicuramente di loro gradimento.

(Matteo Piotto) Voto: 7/10