copthrudvangar(Massacre/Audioglobe) I Thrudvangar bazzicano da anni i palchi germanici, ma – anche a causa della scelta di cantare in tedesco – sono poco noti in area mediterranea: in ogni caso questo è il quinto album di una carriera non stellare ma neanche del tutto negativa. I nostri ci sparano subito la titletrack: pagan/black di sostanza, ‘alla tedesca’ ovviamente, cioè senza troppa inventiva ma con grande potenza (fra le ultime cose che ho ascoltato mi sono venuti in mente gli Adorned Brood, ma non siamo troppo lontani dai Manegarm e direi anche dai King of Asgard). “Sonnenwende” è più epica e anche più veloce, con le sue chitarre da black classico e il growling profondo di Matze. “Frei” ha un’anima da metallo ottantiano, mentre in “Schicksal” i nostri pigiano di nuovo sull’acceleratore, mostrando ancora più chiaramente la loro tendenza verso l’estremo. Con la tirata “Abschied” si chiude un disco certamente di maniera, ma che i fan di queste sonorità non potranno disprezzare, tenendo anche conto della drastica riduzione di dischi pagan e viking sul mercato negli ultimi tre o quattro anni. In generale, direi che più i Thrudvangar pestano sugli strumenti e meglio riescono. Metallo pesante nel vero senso del termine!

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10