(Svarga Music) Il secondo album dei Thunderkraft è un lavoro “pieno come un uovo”. “Totentanz” suona con deflagrazioni verso più direzioni stilistiche, le quali potrebbero indurre a fermare l’ascolto e ricominciare da capo. Le chitarre hanno un sound corposo e tessono delle trame tra il groove metal, il thrash metal, il death metal, gli Slayer e altro. Su questa base vengono, a seconda dei pezzi, inseriti melodie popolari, motivi folk, e poi l’industrial e conseguentemente l’elettronica, il symphonic metal (in grossa dose). Credo, di non dimenticare altro. Creativi e convinti delle proprie idee, ed è un bene, ma tolto il cantato (in ucraino) e un riffing quadrato il resto è incostante. “Il troppo storpia”, verrebbe da dire. Si odono notevoli influenze degli ultimi Dimmu Borgir (ad esempio in “Mass Defected”), ma diversi sono i passaggi educati dagli Slayer. L’aspetto folk, la cosa più interessante, è continuamente ben inserito nelle trame metal ed ha qualcosa dei Turisas e Finntroll. Uno dei pezzi migliori è “Towards a New Dawn”, epica coesistenza di folk, ambient e symphonic metal. “Totentanz” è il tipico album con delle credenziale e suonato da chi ha voglia di proporre musica dinamica. Si conta la presenza di alcune eccellenti personalità delle lande ucraine del metal estremo: in particolare Amorth (Astrofaes e Drudkh) qui come voce, e Munruthel (batterista per Astrofaes e altri) e qui anche nel ruolo di cantante. Eppure qualcosa sembra non funzionare. Forse è una soggetiva sensazione del recensore, ma la voglia di rendere la musica cangiante non si traduce in qualcosa davvero consistente oppure originale; quando ci si trova a dover ascoltare pezzi che funzionano e altri che hanno qualcosa di accattivante solo per alcuni passaggi, allora vuol dire che l’album non è propriamente riuscito.

(Alberto Vitale) Voto 5/10