(Dissonance Productions) Almeno da una decina d’anni, i Tokyo Blade hanno trovato una certa stabilità di line-up e un buon ritmo con le nuove pubblicazioni: già dal precedente “Unbroken”, i nostri hanno ri-accolto in formazione lo storico singer Alan Marsh, che cantava sul debut del 1983. Eppure, “Dark Revolution” non convince appieno; i brani buoni ci sono, ma sono penalizzati da un produzione impastata, e nel complesso manca l’hit single che entusiasmi da subito. Chitarre corpose e ritmi che fanno pensare ai Saxon per “Story of a Nobody”; la struttura della titletrack permette una lunga divagazione chitarristica da toni che mi sembrano anni ’90. Ruggente “The fastest Gun in Town”, anche se la batteria suona un po’ rigida; hard rock che vibra per “Truth is a Hunter”, hard rock non troppo veloce ma di sostanza per “Perfect Enemy”, e si conclude con il metal più corposo e ortodosso di “Voices of the Damned”. Di NWOBHM io ce ne sento pochissima, e forse anche la mancanza di una direzione univoca contribuisce al giudizio conclusivo: “Dark Revolution” non demerita, ma non punge.

(René Urkus) Voto: 6,5/10