copTonyTears(Minotauro Records) Tony Tears è un progetto nato nel 1988 dalla volontà del poli strumentista Ligure Antonio Polidori, di tenere una sorta di diario musicale delle esperienze spirituali da lui vissute. Inizialmente decide di occuparsi di ogni aspetto musicale, da quello strumentale alle parti vocali, per poi avvalersi, nel corso degli anni di alcuni collaboratori. Musicista eclettico, Polidori esplora varie sfaccettature del rock oscuro, spaziando dal doom di scuola Black Sabbath al progressive rock di Goblin e Antonius Rex, passando per sonorità dark ambient che ricreano atmosfere inquietanti da colonna sonora di film horror. L’elegante cofanetto, oltre ad una veste grafica accattivante e ricca di foto inedite, contiene tre cd che ripercorrono l’intera carriera di Tony dal 2000 al 2014. il primo disco contiene l’esordio “Fears And Sensations In The Claustrophobic Mirror”, album che nonostante la produzione approssimativa, coniuga in maniera efficace elettronica alla Tangerine Dream con il doom più tetro, con linee vocali talvolta recitate ed evocative, non lontane dallo stile di Antonius Rex (“Statua Di Cimitero”), altre volte, grondanti disperazione (“Il Mondo Delle Ombre”). L’apice del disco è raggiunto nella conclusiva “Forze Invisibili Bussano Al Cuore”, lunga suite divisa in quattro movimenti, nei quali l’elettronica domina la scena, mentre la chitarra macina angosciosi riffs che riportano alla mente Paul Chain. La seconda parte del disco contiene “Voci Dal Passato” (2010), album che segna una notevole evoluzione a livello di produzione, finalmente potente e ben bilanciata. Musicalmente, il lavoro è più guitar oriented, con robusti inserti di musica elettronica, in questo caso mai predominanti, mentre la voce suona più chiara e cristallina. Il cantato è spesso recitato, ricordando lo stile del primo Franco Battiato riletto in stile doom metal. Le melodie sono più accessibili rispetto al debutto, pur mantenendo le atmosfere inquietanti che culminano nel brano “Antichi Messaggi”, con un finale tastieristico in pieno stile dark wave. Il secondo disco racchiude le due anime del progetto Tony Tears: la prima, quella più sperimentale, è rappresentata dai tre lunghissimi brani di “The Reality Before All”, album uscito nel 2004 che segna una sterzata verso sonorità dark ambient, dove le parti di chitarra vengono ridotte ai minimi termini, mentre predominano i sintetizzatori producendo atmosfere horrorifiche che mi richiamano alla mente Sutekh Hexen, senza, ovviamente le scariche black metal di questi ultimi. “Violence Without Reason” mi ricorda, invece, le atmosfere create da Angelo Badalamenti per “Twin Peaks”, con quell’incedere tetro e inquietante. L’anima più metal del progetto si rivela nel 7” “Le Entità Della Salvazione” e nel mini “All My black”. Nel primo caso, Antonio si rifà alle sonorità dei primi Death SS, con chitarre doomy e organo da chiesa in evidenza. “All My Black” è caratterizzato da sonorità più accessibili, soprattutto per quanto riguarda le parti vocali, più melodiche e memorizzabili, guadagnando in appeal, ma perdendo parzialmente il fascino oscuro sprigionato nelle altre releases. Il terzo cd contiene l’album “Vortice” del 2014. La produzione è professionale, che rende giustizia alle composizioni, tornate oscure ed evocative, con i sintetizzatori che riproducono sonorità anni ’70 che ben si sposano con la potenza sprigionata dalle chitarre. La prova vocale di David Krieg è maiuscola, sia nelle parti più recitate, come in “Gli Anni Del Tempo Veloce”, caratterizzata da atmosfere space rock, con la voce che emana follia da tutti i pori, che in quelle più evocative, come in “Alla Ricerca Di Un Dio”, ricca di atmosfere inquietanti. L’apice dell’album è certamente “Le Bare Dei Giganti”, dove troviamo nuovamente le atmosfere di “The Reality Before All”, mescolate a parti narrate, vocalizzi lirici e disturbanti voci che sembrano evocare demoni”. La musica contenuta in questo cofanetto, non è certo di facile assimilazione, e richiede diversi ascolti prima di riuscire ad addentrarsi in profondità nelle dense atmosfere che questo artista riesce a creare. Un musicista che non si pone barriere, che esplora in lungo e in largo i meandri della musica oscura, spinto da una creatività che non ha nulla da invidiare ai grandi nomi della scena doom nazionale ed estera.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10