(Autoproduzione) Noto con piacere che la scena black metal americana sta ultimamente crescendo, sia in fatto di qualità che di personalità della proposta. Se anni fa sembrava emulare la scena scandinava, negli ultimi anni le band statunitensi hanno imparato a distaccarsi da certi cliché, mantenendo intatta l’attitudine anche quando le sonorità presentano caratteristiche decisamente differenti rispetto a come viene inteso il black metal. È il caso dei Torii, duo proveniente dall’Arkansas che mescola sapientemente l’atmosfera glaciale del black con la lentezza dello sludge e il sound putrido del death metal. Nonostante le coordinate musicali siano quelle che ho appena elencato, non è facile rendere in maniera esaustiva l’idea dello stile dei Torii. “Dirus Serpent” ad esempio, è uno strumentale con lugubri linee di pianoforte ed inquietanti rumori di sottofondo, una sorta di passi in mezzo ai rami, pezzo ideale per una colonna sonora di qualche film horror. “Theory Of Existence” è costituita da pesantissimi riffs di chitarra e dal vocione gutturale di Eric May, estremamente a suo agio sia nelle tonalità gutturali che sulle harsh vocals. Melodie di chitarra malinconiche e doomy lasciano presto spazio ad arpeggi acustici su un tappeto ipnotico di basso e batteria, voci sussurrate e recitate che prendono il sopravvento sugli strumenti in fade out. Un album oscuro ed agghiacciante, ma costituito allo stesso tempo da suoni caldi e ricchi di groove. Originalità, genialità ed attitudine black ai massimi livelli.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10