coptoxcicwaltz(Autoproduzione) Provengo da una delle periodiche ondate thrash metal da ascoltare e valutare. Questa volta poche release mi hanno entusiasmato, solo qualcuna l’ho ben valutata perché organicamente il genere e la sua qualità viene tenuta ben alta. Debbo ancora constatare che nonostante tutto spesso e volentieri sono in pochi che sanno costruire canzoni. Tutti sanno fare partiture thrash )o comunque di altri generi), ma pochi sanno scrivere le canzoni. I Toxic Waltz erano l’ultima goccia di questa ondata, ma l’ascolto è durato giorni. Mentre ero a casa, in auto… mentre pensavo e riflettevo. A cosa? Al thrash metal. Genere che ha dato vita a tante cose e che è nato tanti e tanti anni fa. Sono più di trenta anni che il thrash si presenta a noi metalheads con la sua capacità di scuotere, divertire ed essere inesorabilmente aggressivo. Il thrash è una creatura ruvida, feroce, scorbutica, ma ha una bellezza di fondo entusiasmante. Queste caratteristiche sono alla base di “Decades of Pain”, un album suonato davvero bene, con qualità. Un album di thrash metal. Pattern ritmici che fanno e sottolineano le stesse dinamiche delle chitarre e si distinguono per come sanno, le bacchette di Flo, toccare le pelli della batteria. Chitarre dinamiche, forti, sempre pronte a pronunciare dei riff che sanno essere accattivanti. Un thrash metal, quello dei Toxic Waltz, che ha stile e concretezza, anche se alla fine molti ‘spettri’ aleggiano nelle note: come quelli dei Testament, degli Overkill, forse Dark Angel, Exodus. Ma volevate che nessuno dei maestri dell’Olimpo del genere fossero presenti in tutto ciò? Impossibile, quella è gente che ha fatto, materialmente il genere; lo hanno curato ed istruito e portato ad un livello nobile e dunque ecco lì la storia di una corrente musicale che ha fatto scuola, sia nelle canzoni dei Bavaresi (i Toxic Waltz sono di Monaco) che in quelle di centinaia di altri. Dal punto di vista delle canzoni non mancano almeno tre ottime realtà, di quelle che ti catturano sin dalle note di apertura: “World of Hate” e “Obsession to Kill”. Movenze di fuoco, ma più di tutto movenze di un’impressionante forza dosata con la giusta gamma di emozioni e sentimenti. C’è tutto l’essere e la personalità di musicisti che si formano nel 2009 e hanno fatto (ma non è finita) la solita trafila, passando per numerosi live, tra i quali anche nello stesso ambito dei Six Feet Under e altri. Sono una promessa e speriamo che i Toxic Waltx la mantengano crescendo e migliorandosi ulteriormente.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10