(Pogo’s Empire) Secondo album per Turbobier, formazione austriaca che sembra vantare un buon seguito in patria, grazie al loro pop punk piuttosto frizzante e divertente che, da quanto posso intuire dal moniker e dalla copertina (i testi sono in tedesco, lingua che non conosco), inneggia alla birra ed ai party selvaggi. Musicalmente, i nostri sono sicuramente meno selvaggi, con il loro punk molto leggero, al punto che al confronto, i Green Day Sembrano gli Exploited. Quattro accordi veloci, melodie vocali ruffiane all’inverosimile, batteria in quattro quarti rendono queste canzoni decisamente accattivanti, radiofoniche e fruibili dai ragazzini che pensano che basti una chitarra distorta per potere parlare di punk. Sinceramente non riesco a trovare nulla in questo disco che possa interessare il metallaro medio, nemmeno se di ampie vedute. Tuttavia, non mi sembra questo un motivo sufficiente per stroncare i Turbobier, che nel loro genere ci sanno fare eccome, promettendo divertimento e dispensandolo a piene mani. Non è un genere musicale che seguo, ma se qualcuno dovesse essere interessato a questo tipo di sonorità, qui troverà pane per i suoi denti.

(Matteo Piotto) Voto: s.v.