(20 Buck Spin) Due nuovi album e pubblicati lo stesso giorno, ovvero questo “Helionomicon” che comprende solo due composizioni, title track e “Anthronomicon” di entrambe circa 20’ di durata. La seconda composizione è lo stesso titolo dell’altro album, appunto “Anthronomicon” (QUI recensito) che consta però di otto pezzi. Gli statunitensi che prendono a presto il nome di un paesino citato negli scritti di Howard Philips Lovecraft, sono autori di performance di fuoco. Il trio thrash-death-black metal è intriso di tecnica espressa con idee anche sopra le righe, comunque estreme. La composizione “Helionomicon” è un susseguirsi di passaggi che alla lunga è l’incollare di più parti per arrivare a una sommatoria definitiva. Passaggi articolati sommariamente technical con momenti vicini ai Death o Pestilence, c’è poi un tema portante, un terzinato veloce che ricorre dunque in questa cavalcata di oltre 20’. “Anthronomicon” offre una visione più cruda e pesante quanto oscura del death/black metal degli Ulthar. Le velocità espresse e le cadenze del riffing quanto l’uso di una voce con parti in scream e flessioni in growl, gli Ulhtar sconfinano in un blackned death metal irruento, meno ricercato rispetto alla title track. Sono comunque 20’ di dinamismo per gli Ulthar.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10