(Metal Scrap Records) Pesanti. Melodici. Quasi sinfonici. Deviatamente eterei, industrialmente plumbei. Questi russi United Mind Club sono assurdi. E’ molto difficile, a parole, spiegare che razza di musica suonano. Ci provo: Fear Factory e Rammstein. Mescolati assieme in un frullatore nucleare. Poi un po’ di Dimmu Borgir campionati, forse un pizzico di Megadeth violentati. E di Method Of Mayem. Un po’ di thrash deforme, un po’ di black alterato, un po’ di progressive brutalizzato. Loro si definiscono Dark Symphonic Industrial Metal, e volendo dare una definizione forzata questa potrebbe essere la migliore. La garanzia è che questi 4 ragazzi, dal vivo, devono essere micidiali. Ogni canzone ha riff potenti, cadenzati, di quelli che scuotono la terra, che causano terremoti, inaugurano cataclismi. E sempre con una costante componente atmosferica generata dai sintetizzatori, che aiutano ad introdurre sonorità vaste ed etnicamente ispirate (adoro il sound mediorientale di “B.B.B.P.”).  Bellissima “Dreams of Luther” che è veramente un concentrato di stili, amalgamati con intelligenza in modo da formare una mazzata ritmica fusa in una colata lavica di metallo pesante. “Jaguar” è forse il pezzo più Fear Factoriano, mentre  in “For Nobody But Me” ci sento molta ispirazione ai Dimmu Borgir, ma con un’originalità diversa, sfasata, perversa. Hanno un sound malato, personale questi United Mind Club, forse bisognoso solo di esperienza per raffinarsi e diventare uno stile proprio. Teniamoli d’occhio.

(Luca Zakk) Voto: 6,5/10