copVARDAN(Moribund) Vardan è iper produttivo ed io, in costante overdose di musica, fatico a fare un sincero confronto con tutte le innumerevoli uscite precedenti; ma è innegabile che queste tre tracce ricadano nello stile che la one man band italiana ha già sfiorato con il fantastico “The Night, The Loneliness”… qui con maggiore enfasi, maggiore qualità, un’atmosfera più intensa, un livello emozionale infinitamente superiore. Già la title track in apertura è un qualcosa che violenta la mente, tortura la psiche, devasta la fantasia e porta verso mondi dove la depressione diventa isterismo, dove l’isterismo diventa una forma di riposo mentale, di rifugio, di base di partenza per qualsiasi altra emozione. Ancora quell’hit hat subdolo. Una chitarra sporchissima ed indefinita. Impulsi digitali e motivi sintetizzati che lasciano gocciolare oscura dolcezza sull’inferno espresso da linee vocali prive di vita. Tutto questo, supportato da linee di basso che riempiono lo spazio etereo lasciato vuoto da un’anima estinta. Altro lacerante down-tempo con “Solitary Death of a Forest Spirit”: lenta -appunto- delicata, depressiva, incisiva. Ancora un basso semplice ma con una resa maestosa, un drumming curato con un hit hat ricercato sia nei ricami che nelle bellissime imprecisioni. E poi ancora quella chitarra tagliente, quel riff sporco, quelle vocals che raggiungono abissi più profondi… fino alla fantastica accelerazione progressiva finale, quell’intensificazione, quelle forti pulsazioni di un sistema venoso alle soglie del collasso. “Of Dead Dreams Through Funeral Eyes” conferma quanto già espresso nelle altre due tracce, offrendo ulteriori varianti, ulteriori giochi mortali, con altre basi ritmiche esaltanti. Un legame con il titolo dell’album molto soldo, intrecciato, sanguigno: emozioni morte che improvvisamente ritrovano un barlume di vita; di vita perversa ma idilliaca, di vita dolorosa ma celeste, di vita gloriosa ma eternamente triste. Esattamente come nell’infinito spazio, nel tetro limbo limbo che si cela tra la nebbia e le ombre.

(Luca Zakk) Voto: 9/10