(autoproduzione) Lione è una città che da tempo sprigiona qualcosa di interessante, in fatto di nuove tendenze del metal, punk e rock. Lo dimostra anche questa volta l’arrivo in redazione di un album nato nella città francese. Un album, quello dei Vesperine, fatto di buio e bagliori improvvisi. Esponenti del post hardcore e metal, i Vesperine presentano dei pezzi che iniziano in sordina, quasi sussurrati, con un’atmosfera e più di tutto con un primo impatto tenebroso, angosciante forse. Poi ogni composizioni monta, aumenta di volume, di intensità e l’esecuzione diventa nervosa, ma non quanto il cantante Rémi Lasowy. Lui infatti urla come un dannato. Urla Rémi, ma pronunciando dei concetti netti. Oscurità e luce, l’alternarsi di queste due dimensioni sembrano il di fatto il fulcro delle tematiche della band che probabilmente mira a descrivere l’animo umano, appunto attraverso le metafore della luce, del sorgere del sole, del ritorno della notte e del suo finire. Ritmiche solide, chitarre con toni lisergici, per poi diventare dei muri distorti e avvolgenti. “Mille Colours” è un vortice, che ovviamente inizia a girare in sordina nel suo debutto e poi si dissimula in una rottura di frequenze variopinte, come una comunicazione che degrada. La seguente “L’Immensément Noir” – canzone che vede una sua seconda parte e con toni quasi elegiaci – è un misto di sludge-post hardcore, con chitarre e sezione ritmica potente e un’altra chitarra che appare dissonante e mostruosa, dannata. Il capolavoro però è la seguente “Crépuscule et Aube”, portatrice di un drumming pari al ticchettio di un orologio, le chitarre che sembrano ispirate da “A Saucerful of Secrets” dei Pink Floyd e il cantante che discorre, ovviamente, del sole, del suo tramontare. “Sperare Sembrare” è un album interessante, che ingloba caratteristiche sludge, post metal e post hardcore. Ricorda scenari claustrofobici dei Cult Of Luna di un tempo, ma i francesi sanno davvero presentare un loro stile e soprattutto una loro atmosfera, attraversate da parole fatte di luce e oscurità.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10