(High Roller Records) Ne varrebbe veramente la pena di acquistare questa ristampa in vinile della High Roller, tra l’altro in tre colori e con poster e cartolina. I Viking sono una vecchia band thrash metal nata in California, a Los Angeles, attraverso Ron e Brett Eriksen che si dichiaravano fratelli ma in realtà non era così. Brett ha militato nei Dark Angel e di cognome fa Sarachek. Entrambi chitarristi e con il primo nella doppia veste di cantante. Sono di origini danesi a scuola incrociano i loro intenti con quelli di James Lareau, basso, e Matt Jordan, batterista, creando appunto i Viking. La band passa attraverso un demo, intitolato proprio “Do or Die” e contente solo tre pezzi che carpiscono l’attenzione della Metal Metal Bladse Records che li inserisce in un volume della celebre serie di compilation “Metal Massacre”. Proddotto da Brian Slagel (Mercyful Fate, Amon Amarth, Voivod e tantissimi altri) e con una copertina eccellente ma già datata, i Viking sfornano, nel 1988, un esempio lampante del thrash metal della prima ora, con evidenti influssi della Bay Area tipo Exodus, Slayer, Metallica e forse Nuclear Assault. Il retaggio hardcore è percepibile in questo sound aspro, affilato, che vede ritmiche possenti ma dinamiche. Per quanto poi gli stessi Viking fossero stanchi di essere circondati da band punk. I riff saltano fuori a profusione e soffrono di un arrangiamento evidentemente approssimativo in certi passaggi, derivativo in altri. Tuttavia è stato il debut album, dunque era l’inizio di una formazione che non ha avuto una lunga vita. Il secondo album pubblicato l’anno seguente, il 1989, è “Man of Straw” ed è anch’esso oggetto di una ristampa sempre da parte della High Roller Records. Poi arriva l’impensabile, anzi accadde già durante “Man of Straw”. Ron Eriksen, voce e chitarra, diventa cristiano e alla fine delle registrazioni anche Matt Jordan abbraccia la fede. Ron riscriverà i testi del secondo album e la band poi si scioglierà, tantro che Ron diventerà anche pastore. Nel 2015 un nuovo album, “No Child Left Behind”, con una formazione a ranghi ridotti, ma questa è un’altra storia e nella quale per un periodo vi ha anche preso parte Gene Hoglan. “Do or Die” dura poco più di trentatrè minuti e rappresenta una buona istantanea del lato underground e non necessariamente progredito del thrash metal della California.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10