(Solitude Productions) EP di debutto per i Voidhaven, formazione che vanta tra le sue file membri di Crimson Swan ed Ophis. I cinque musicisti tedeschi non fanno mistero di una certa predilezione nei confronti di band come Cemetary, riconoscibili nella struttura delle canzoni, e My Dying Bride, dai quali riprendono le atmosfere gotiche e decadenti. Certamente non nuovi al genere, i nostri prendono comunque le distanze dalle rispettive band di provenienza e, negli scarsi venti minuti dei quali si compone l’omonimo debutto, mettono in mostra talento ed idee degne di nota. Due le canzoni presenti ed entrambe caratterizzate da una durata notevole che non inficia tuttavia il risultato finale ma, anzi, risulta funzionale al mantenimento dell’atmosfera. Il terreno sul quale i Voidhaven si muovono è principalmente il doom con solo occasionali fughe verso i lidi del death metal, caratterizzati da chitarre più aggressive e dal cantato in growl. L’apertura di “The Floating Grave” è affidata ad un arpeggio di chitarra acustica, poi ripreso da quella distorta, che in breve lascia il passo alla sognante voce pulita di Simon. Tra sezioni cupe ed opprimenti e altre più ariose, ma sempre caratterizzate dai lenti ritmi tipici del doom, i nove minuti della canzone passano senza nemmeno accorgersene. Discorso simile anche per la seconda “Beyond The Bounds Of Sleep”, nella quale però minore spazio è concesso al cantato pulito, a favore della componente più riconducibile al death/doom come descritta in precedenza. Certo, la formazione tedesca non inventa nulla ma, piuttosto, reinterpreta in chiave lodevolmente personale quanto altri hanno già contribuito a far conoscere agli ascoltatori. A mio parere “Voidhaven” rimane un esordio coi fiocchi che, se saprà mantenere le promesse, ci consegna una band con le carte in regola per stupire ancora durante il proseguo del nuovo anno.

(Davide Galli) Voto: 7,5/10