(Threeman Recordings) Dopo un po’ di anni di militanza e un EP uscito nel 2013, debuttano finalmente gli svedesi Wachenfeldt, offrendo un full length intenso e corposo (oltre un’ora di durata). Ad essere precisi, questo disco è uscito nel 2017, in regime di autoproduzione, ma solo quest’anno la Threeman Recordings mette il suo sigillo, per garantire la meritata diffusione dell’opera del trio nordico. Un death metal molto oscuro, vicino al black, con pesanti dettagli atmosferici/sinfonici, rendono “The Interpreter” molto accattivante e gustoso, con la chicca di una cover degli Slayer, “Necrophiliac” aggiunta come bonus in questa edizione, cover suonata con stile ed arrangiamenti originali. Quel massiccio aspetto sinfonico che emerge durante l’ascolto, tuttavia, non è casuale: la band, infatti, è capitanata Thomas von Wachenfeldt, ovvero colui che ha curato gli arrangiamenti dell’edizione live di “Clandestine” degli Entombed, qui impegnato anche con voce, basso e chitarra! Il resto della band non è certamente composto da debuttanti: il batterista Jon Skäre è un ex-Oof Expain, mentre il chitarrista Martin Björklund è live session dei Månegarm! Con questi elementi, era molto improbabile che l’album suonasse scontato o ovvio… ed infatti risulta tuonante, scorrevole, potente, fedele al death metal classico, ma con uno sguardo verso una modernità in chiave classica che regala dettagli, intensità e coinvolgimento. Brani possenti, travolgenti, che per certi versi connettono proprio con il sound di pietre miliari come “Clandestine”. Inquietante “Spirits of the Dead”, un brano tecnico, con ottimi assoli, molto più vicini ai Death che al death metal ‘standard’. La title track dimostra ancora tanta tecnica, portando i Wachenfeldt su territori decisamente progressivi, una band che si esprime con un death metal tecnico e contorto. Teatrale e melodica “Ut”, sonorità molto vicine al black sinfonico su “Colophon”, pesante ma ancora una volta deliziosamente sinfonica “Litany to Satan”. Musica estrema che cattura il meglio deli death e del black, della musica sinfonica o folkloristica, mescolando con sapiente genialità, eccitante originalità per dare vita ad un sound tutt’altro che scontato o prevedibile… sicuramente difficilmente classificabile con i vari nomignoli dei vari sotto generi del mercato. Questa è musica estrema intensa, brutale, ma composta e creata da gente con un background musicale vasto e profondo!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10