copwhisperingwoods(Loud Rage Music) Mi dispiace sempre bocciare un lavoro, soprattutto quando si vede che, alla sua base, c’è un lavoro attento e accorato. Ma il secondo disco dei romeni Whispering Woods non è riuscito a convincermi. Tante, troppe band si muovono nell’ambito del symphonic gothic metal; tante giocano con sonorità classiche e operistiche, e spesso con ottimi risultati (fra gli ultimi mi vengono in mente i tedeschi Molllust). Ma i nostri, forse troppo presi dall’entusiasmo e dalla voglia di inserire quante più cose possibile in questo “Perditus et Dea”, finiscono per strafare e creare un disco che non ha amalgama. Dopo l’intro pianistica, “Original Sin” è forse fin troppo netta nell’alternarsi fra parti metal e cantato operistico accompagnato dal flauto: nel corso della strofa sembra quasi che due brani diversi si avvicendino ogni cinque secondi! Troppo stentorea anche la linea vocale di “Demon Blood”, e gli esperimenti vocali della lunga “Calusarii” possono anche essere interessanti in sé, ma contribuiscono poco alla creazione di una canzone metal… credo onestamente che saranno più apprezzati da altre fasce di ascoltatori, che però non credo avranno molti modi di conoscere la band. “My Altar” inasprisce il sound, ma contiene anche – nella lunga e complessa sezione strumentale – delle divagazioni di flauto che ricordano i Jehtro Tull; anche “Farewell Ladybug”, uno strumentale di nove minuti (!) fra piano e vocalizzi, mi sembra un po’ fuori parte. “Poetica” si giova di un growling maschile che rende il sound più dinamico; “If ever” è una ballad per pianoforte, soprano e mezzo soprano che… non ha assolutamente nulla di metal. La conclusiva “Circle Complete” ha un bellissimo refrain, epico e cinematografico, ma che da solo non può mutare le sorti del disco. I Whispering Woods sparano moltissime cartucce, ma raramente colpiscono il bersaglio: almeno, non in ambito metal.

(René Urkus) Voto: 5,5/10