(Nadir Music) Album affascinante, comunque impegnativo sia per la musica che per le atmosfere, le melodie. Si ha la sensazione che con “Mot” la band abbia scelto una trama, dedicandosi poi al proprio sviluppo, al suo intreccio. Scatti death metal, un sostanziale thrash metal di base, un ampio scorcio symphonic che grava in alcuni pezzi, oltre a giri quasi rock-heavy. Il tutto avviene attraverso una natura essenzialmente ed autorevolmente prog. La qualità dei WOW è tutta in questo album e sebbene in passato abbiano toccato cime qualitative rispettabili, oggi “Mot” scaraventa i WOW nell’Olimpo dell’abilità. Piacciono molto certe atmosfere torbide ma cesellate con maestria. Si pensi alla sezione centrale di “Throne of Mekal”, dove l’ausilio di un soprano rende l’aria greve e angosciante come in un film del regista Dario Argento. La forza espressa dalla band, le parti muscolari e potenti, sono dosate con maestria e un tocco importante, come nel gioco ritmico di Oinos in “MLKM”, oppure quella furia controllata e velata di un symphonic death che apre “Banquet of Eternity”. Paolo Puppo, chitarra, ha svolto un magnifico lavoro di cucitura, perché in alcuni tratti sono le tastiere di Oinos, e le maglie di Jacopo Rossi e, di nuovo, di Oinos a portare un discorso più concreto in alcune fasi dei pezzi, con la chitarra che indietreggia sullo sfondo. La pulizia, la nitidezza, quelle melodie che sbocciano imperiose e chiare, rendono “Mot” il frutto di una musica viva, sollevata da un’anima che non è solo tecnica messa al servizio della musica.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10