copwitchesbrew(Black Widow Records) “Supersonicspeedfreaks” è una nuova proposta dei Witches Brew, ovvero di Mirko Zonca, Mirko Bosco, Frankie Brando, cioè rispettivamente basso, chitarra e batteria. Per l’evento i tre hanno pensat bene di chiamare alcuni ospiti per impreziosire i brani, gente come Nik Turner (Hawkwind, Hawkloard), Steve Sylvester (Death SS), Martin Grice (Delirium), Paolo Apollo Negri (Wicked Minds, Link Quartet), J.C. Cinel (ex Wicked Mind) e l’ingresso al microfono di Ricky DelPane. “Supersonicspeedfreaks” è un lavoro che emozionerà di sicuro i cuori innamorati delle sonorità anni ’70 e la presenza di alcuni ospiti (in particolare Turner) ha permesso alla band di avvicinarsi ad alcune situazioni alla Hawkwind, al rock potente ed elegante dei Deep Purple o addirittura degli Uriah Heep. Il primo brano, “Vintage Wine”, è inebriante nella sua attitudine stoner, ma il riff è ben cadenzato e la vocalità è brillante e negli ultimi 4’ subentra il sax di Turner e il pezzo prende una piega psichedelica che non può non far ricordare gli Hawkwind, anche per via di leggiadre e spaziali tastiere. La seguente “What’d You Want from Me” è scaldato dalla fiamma dell’hard rock blues settantiano. La chitarra arroventata e le tastiere che entrano d’impatto nelle pieghe di questo brano, dall’andatura appoggiata e dalle note vivaci, sanguigne. S’inserisce nel contesto, a fine brano, la ripresa tematica di “Gypsy” degli Uriah Heep. Il termometro è in salita. Il feeling sorge come un alba di fuoco, già dopo due pezzi, ma il meglio arriva con “Children of the Sun”, classico intimista psichedelico degli Hawkwind, qui esposto in maniera elettrificata, ruvida, dannatamente rock. I Witches Brew anche in questo caso propongono, a fine pezzo, una ripresa celebre, quella di “Master of the Universe” degli stessi Hawkwind. Simpatica e graziosa questa cosa di riprendere temi celebri, ma ripetuta per due volte ne fa un’abitudine stucchevole. “Make Me Pay” è una canzone casinista, fatta di heavy di influenze Black Sabbath, ma l’atto superiore nel brano è la presenza vocali di Steve Sylvester. “Tell Me Why” ha cadenze hard rock/heavy, nettamente hard rock quelle di “Supersonic Wheelchair”, mentre “Magic Essence” ha nelle corde il rock-blues. Brani pompati, energici, non manchevoli di melodie che nella sostanza sono sempre di natura classica degli anni ’70 e quindi orientativamente blues. L’album ha un solo limite e cioè che non tutte le canzoni si assestano su qualità stratosferiche. Proprio la seconda parte, diciamo da “Make Me Pay” (che salvo per la prestazione di Sylvester) mi è sembrata a tratti quella meno ottimale; nonostante ciò i Witches Brew sono una band che prende il toro per le corna, senza remore o cautele.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10