(My Kingdom Music) Quattro anni da “Deadlights” (QUI recensito) e sei da “Obey” (QUI) e terzo album ora, in questo 2020 che di sonorità gothic-stoner andrebbero proprio bene per come si sta mettendo l’anno. I romani si dimostrano capaci a scrivere canzoni fresche, rifinite all’occorrenza di riff sabbathiani e addirittura di qualcosa non dissimile dal miglior Danzig. Fanno da contraltare anche un gruppetto di canzoni agili, scorrevoli, non prive di una certa forza melodica. L’ascolto offre dalle più semplici radici hard rock degli anni ’70, ricoperte dallo smalto moderno dello stoner o del doom metal, come per esempio la title track. Allo stesso tempo “Queen of Suburbia” oppure l’acida e andante “Ghost Train”, sono contornate da tastiere vintage, ma da una mood degnamente moderno e rock nella sostanza. “Hotel Paranoia” e “November Flames” sono altri momenti salienti, di un album che desta l’ascoltatore con riff solenni e cromati di una pesantezza mai del tutto tale.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10