(Napalm Records) La band in questione è australiana e possiede quell’aria da sesso, droga e rock and roll, mista a una molto più evidente da motociclisti d’assalto. I biker & metaller Zombie Motors Wrecking Yard scorazzano in un sound prettamente stoner, pompato a più riprese da un rock inquinato dal blues. Tra sortite vagamente ZZ Top e qualche riff a malapena Black Label Society, la band esegue qualche pezzo carico di adrenalina oppure fulminante, facendo così di “Supersonic Rock n Roll” un album da suonare a volume alto. “Grind the Grinder” apre il full length con energica attitudine r’n’r, stampando il tempo di marcia nella testa dell’ascoltatore. Le successive canzoni, dieci in tutto, svelano una dose di potenza dovuta a distorsioni grasse e vibranti, un basso che si espande ovunque e una batteria che irrobustisce il tutto. Il r’n’r ritorna con “Love for Speed”, quarta canzone in scaletta, ma prima di essa i Zombies si sono già spacciati come autori stoner, blues e un sound talmente corposo che si avvicina addirittura alle sortite parallele ai Ministry di Al Jourgensen con “Galactic Motherfucker”. Interessante “Roll n Burn” che flirta con l’hard rock degli Aerosmith dei bei tempi. Al di là dei nomi fatti come puro mezzo di riferimento alla musica assolata e ruvida, il meglio degli australiani sembra essere il punk di “Fight Fight Fight”, l’horror stoner di “God of No” e la massiccia e sabbiosa “Judas” che appare come un un aborto degli Electric Wizard del tardo periodo. Ad ogni modo è quel suonare d’istinto e fatto di elementi classici, a dettare quell’impronta sfrontata, selvaggia e, appunto, da ‘sex, drug and rock and roll’.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10