ELM STREET – “Barbed Wire Metal”

(Massacre-Audioglobe) Va bene quando un gruppo è simpatico e suona true heavy metal, ma che fare quando in un disco di 37 minuti non c’è neanche un passaggio che non sia già sentito in decine di altri dischi? L’esordio degli australiani Elm Street, che nelle foto promozionali mi si svelano come giovanissimi, soffre naturalmente di questo difetto: riff, impostazione vocale, cori pacchiani, assoli e quant’altro danno una sgradevole impressione di riciclato, e a quel punto non basta l’attitudine (o come diavolo vogliate chiamarla) per convincere un povero metallaro a spendere più o meno 15 euro per un disco che, in sostanza, già possiede! Posso comunque dirvi che la titletrack è lanciata a mille, che “Elm St’s Children” è figlia illegittima di “Kings of Metal” e che “Heavy Metal Power” è invece più Helloweeniana. Vogliamo aggiungere che “Merciless Soldier” è così Judas Priest da fare spavento? Non credo sia necessario. Forse questi giovanotti devono solo crescere e acquisire un loro stile, tutto qui. Li aspettiamo con il secondo album.

(Renato de Filippis) Voto: 5/10

Di |2011-11-27T20:22:29+01:0025 Novembre 2011|Categorie: ALBUM, E|Tag: |

ENCOFFINATION – “O’ Hell, Shine In Thy Withed Sepulchres”

(Selfmadegod Records) I californiani Encoffination hanno realizzato diverse pubblicazioni nel giro di pochi anni, dimostrandosi una band attiva al contrario del loro sound asfissiante, statico e mortuario. Autori di un death/doom molto oscuro e sulfureo, riassumono bene il loro concetto di metal tombale anche attraverso la copertina che riprende un’opera di Juan De Valdes Leal. Il duo Elektrokutioner alla batteria e Ghoat alla voce, basso e chitarra, non sono il massimo della novità e insistendo su una lentezza decadente e poco dinamica si rendono ripetitivi. Tuttavia le distorsioni di Ghoat sono roboanti e ruvide, facendo da ottimo contrasto al gutturale e basso growling del cantato. I pezzi sono abbastanza lunghi e questo determina un certo senso di claustrofobia. Addirittura, alzando i volumi, si riesce a percepire il rumore di fondo negli amplificatori! Sono tutti elementi che giocano a sfavore di una buona valutazione degli Encoffination, ma la dose di stile ruvido e approssimativo, insomma undergound, in contrasto col tentativo, oggettivamente non riuscito, di rendere i pezzi strutturati, produce una discreta presa e dona all’album mezzo voto in più. Se qualcuno è attratto da riff cadenti e cimiteriali e con un sound pestlienziale, forse troverà interessante la release.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10

Di |2011-11-18T16:44:52+01:0018 Novembre 2011|Categorie: ALBUM, E|Tag: |

THE EMBODIED – “S/T”

(Pure Legend-Audioglobe) Con la produzione di Andy LaRocque, gli svedesi The Embodied danno alle stampe il proprio debut album, pubblicizzato dalla Pure Legend Records come la più moderna release mai edita da una etichetta di heavy metal classico. L’apripista “As i speak” ha effettivamente un mood “anni 2000”, ma gli annunciati inserti di death melodico sono davvero ridotti al minimo: direi piuttosto che siamo dalle parti di un power di stampo nordeuropeo, tenendo conto del ritornello aperto e dei suoni molto puliti delle chitarre. Ritmiche serrate e rallentamenti melodici in “Shedding Skin” e “Deception” (quest’ultima in particolare è al confine con il thrash), poi suonano bene i controcanti in screaming di “Born from Shadows”. Brani come “Northern Lights” contengono in sé una forza trascinante che ci accompagna fino alla scheggia conclusiva “Light up the Storm”. Un prodotto interessante, ma spacciato per quello che assolutamente non è.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10

Di |2011-11-10T11:21:05+01:0010 Novembre 2011|Categorie: ALBUM, E|Tag: |

EXXPLORER – “Vengeance rides an angry Horse”

(Pure Steel-Audioglobe) Per i true defenders il ritorno degli Exxplorer ha qualcosa di miracoloso. Dopo “Coldblackugly”, del lontanissimo 1996, nessuno pensava che Lenny Rizzo e compagni potessero ancora calcare le scene: dobbiamo ancora una volta alla Pure Steel Records il merito di aver dato nuova fiducia una delle band più rappresentative della prima esplosione heavy metal americana, che peraltro già nel 2009 (altro…)

Di |2012-11-25T12:09:27+01:0023 Ottobre 2011|Categorie: ALBUM, E|Tag: |

ELECTRIC MARY – “III”

(Listenable Records) La storia di questa band australiana inizia nell’aprile del 2004, quando il singer Rusty si ritrovò negli Electric Lady Studios di New York. Respirare l’aria di un luogo leggendario consacrato da Jimi Hendrix, gli ha dato l’impulso a mettere in piedi una band, battezzandola proprio con un nome hendrixiano. Dopo “Four Hands High” (2004) e “Down to the Bone” (2008) è il momento della terza release, appunto“III”. L’hard rock proposto è sempre un po’ freak, settantiano, ruvido e con radici negli Aerosmith (“So Cruel”, “Bone on Bone”), anche per via dell’impressionante similitudine del timbro vocale di Rusty con Steven Tyler. C’è il riflesso di sonorità desert rock e stoner (“Lies”) e naturalmente non mancano i Led Zeppelin (“Long Time Coming”). Un gioco di richiami e di accenni che rendono “III” un album rockeggiante, con sfumature retrò, tanto feeling, suoni corposi e ben registrati. Nessuna novità, ma questo è rock ‘n roll: essenziale, immediato e trascinante!

(Alberto Vitale) Voto: 7/10

Di |2011-09-25T08:46:35+02:0025 Settembre 2011|Categorie: ALBUM, E|Tag: |

EDGUY – “Age of the Joker”

Nuclear Blast-Audioglobe) Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi di “Savage Poetry”! Oggi gli Edguy di Tobias Sammet sono al nono album in studio, e il vulcanico singer sembra essere tornato ad occuparsi della sua (altro…)

Di |2019-09-10T16:12:25+02:0031 Agosto 2011|Categorie: ALBUM, E|Tag: |

EPYSODE – “Obsessions”

(AFM-Audioglobe) Il progetto Epysode nasce dalla mente di
Samuel Arkan, chitarrista dei Virus IV, che sotto l’egida di Tommy Hansen e con
l’aiuto di due membri dei Pain of Salvation costruisce un album prog metal
niente male. Come spesso accade in questi album, le tracce sono collegate da un
complicato concept, a metà fra il poliziesco e il soprannaturale, che sa tanto
di CSI. Il disco inizia su toni lenti e con gran abbondanza di pianoforte, con
due intro l’una successiva all’altra: la seconda sfocia in “First Blood”, pezzo
intricato come il prog comanda ma non per questo privo di melodia, dove
funziona l’alternanza fra voce maschile e femminile (in tutto cinque i singer
coinvolti, fra i quali Rick Altzi degli At Vance). Un pregio del disco è
sicuramente quello di non addormentarci con una suite di 35 minuti: la durata
media dei brani è contenuta e questo rende l’ascolto più immediato. Il guitar
working di “Invisible Nations” è molto pieno e ben fatto: ne risulta un brano
incalzante, fra i migliori del disco. Piuttosto scialbo invece l’intermezzo
pianistico di “Gemini Syndrom”. Conquista anche “The other Side”, brano
immediato che però non si risparmia banali melodie orientali. Più oscura
“Divine Ghosts”, mentre il gran finale è affidato all’ubriacante “March of the
Ghosts”. Per i fan di Symphony X e Ayreon.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10

Di |2011-08-29T05:54:35+02:0026 Agosto 2011|Categorie: ALBUM, E|Tag: |
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