PANOPTICON – “Laurentian Blue”
(Nordvis Produktion) Album che in qualche modo esiste da tempo, che ha seguito un percorso di crescita durato quattro anni. Siamo nel versante acustico in stile dark americana di Austin Lunn, il quale, come fece in occasione di “The Scars of Man on the Once Nameless Wilderness, Part 2” (2018), lascia il black metal a favore di queste sonorità intime, solitarie, malinconiche e totalmente folkloristiche. (altro…)
PERCOSSA FOSSILE – “Magnitudo”
(Go Down Records) Traslando il concetto di prog verso lidi non del tutto connessi a lui stesso, come il punk e sue derivazioni, anche lo stesso rock di diverse epoche e sue derivazioni, si ottiene questo percorso musicale di un trio veneto che marchia un esordio (altro…)
PARALYZED – “Rumble & Roar”
(Ripple Music) Il calore di questa band tedesca si sviluppa dal 2019, attraverso un primo album omonimo, un secondo realizzato durante gli anni pandemici e dal vivo in studio. Adesso questo calore è sprigionato da “Rumble & Roar”. I Paralyzed sono (altro…)
PAUL DI’ANNO – “In Memory Of” (Compilation)
(Metalville) L’indimenticata voce dei primi tre album degli Iron Maiden si è spenta a Salisbury il 21 ottobre del 2024 e il 17 maggio di quest’anno Paul Di’Anno avrebbe compiuto 67 anni. Proprio nel mese del suo compleanno il cantante è stato omaggiato di questa raccolta che saluta la sua carriera e (altro…)
PARADISE LOST – “Lost Paradise” (Reissue)
(Peaceville) È un pezzo di storia, una pietra miliare, un album iconico… anche se -oggi- tecnicamente ha meno da dire, specialmente se consideriamo la possente evoluzione sonora della band inglese. (altro…)
PSUDOKU – “Psudoktrination”
(Selfmadegod Records) Un esercizio oppure uno scherzetto o magari una follia “Psudoktrination”. Shuttle Mission Specialist Roger, ovvero Steinar Kittilsen, norvegese e polistrumentista che con questo (altro…)
PINO SCOTTO – ”The Devil’s Call”
(Be NEXT Music) Considero Pino Scotto come una sorta di Highlander; classe 1949, Giuseppe Scotto Di Carlo appartiene, anno più anno meno, alla stessa generazione di artisti come Ozzy Osbourne, David Coverdale, Ian Gillan e Robert Plant, solo per citarne alcuni, ma la lista è molto più lunga. Tutti musicisti che oggi sono considerati delle leggende, solo che complici gli stravizi della vita da rock stars, sono bolliti da un bel pezzo, a differenza del nostro Pino, che si conferma in ottima forma sia in studio che sulle assi del palcoscenico, posto nel quale ancora oggi ha molto da insegnare a tanti pivellini che si affacciano euforici sulla scena. (altro…)
PUTERAEON – “Mountains Of Madness”
(Emanzipation Productions) Se Howard Phillips Lovecraft è stato in grado di comunicare angoscia, tensione e paura con i suoi scritti, la ripresa di uno dei suoi titoli più celebri da parte dei Puteraeon, riesce nell’intento di descrivere quegli stati d’animo che emergono nel romanzo (altro…)
PANZERBALLETT – “Übercode Œuvre”
(Hostile City / SXE / Believe) Virtuosi, complessi, superlativi, noti proprio per la loro musica senza confini, universalmente definita jazz-metal, visto che sanno unire sonorità pesanti e shred a tutte quelle partiture e suoni tipicamente di scuola jazz. (altro…)
PRIDIAN – “Venetian Dark”
(Century Media Records / Sony Music) Un sound moderno, appartenente ad un metal attuale, spinto tuttavia verso dimensioni cosmiche, futuristiche. Atmosferici, teatrali, ricercati nel senso che dimostrano di saper ottenere belle canzoni cercando sempre il risultato finale, la visione d’insieme, una globalità concettuale e non un mucchio riff unici o melodie identificative spinte a calci dentro una canzone. (altro…)
PÁSMO – “Pásmo”
(Sentient Ruin Laboratories) Nel 2024 l’etichetta ceca Vřesová Studánk pubblica in cassetta il debut album dei Pásmo e ora è l’americana Sentient Ruin Laboratories a riproporlo in vinile e digitale. Questo duo della Repubblica Ceca è una centratura di stile tra post punk, dark (altro…)
PUTRID OFFAL – “Obliterated Life”
(Time To Kill Records) Sebbene siano sulla scena da diversi anni, dai novanta almeno, i Putrid Offal hanno conosciuto anche un lungo iato tra quella decade e la successiva. Questo è forse anche la spiegazione di una discografia che a oggi contempla solo tre album ma anche una serie di demo, split ed EP. Espressione del death/grind, i francesi si espongono in “Obliterated Life” con suoni (altro…)
PURIFIED IN BLOOD – “Primal Pulse Thunder”
(Indie Recordings) Quarto Album per i norvegesi Purified In Blood, che tornano sul mercato a distanza di tredici anni dall’ultima fatica, intitolata “Flight Of a Dying Sun”, risalente appunto al 2012; un lasso di tempo sicuramente lungo, durante il quale la formazione scandinava ha evoluto il proprio sound, rendendolo più oscuro, atmosferico e purtroppo, in alcuni frangenti, noioso. (altro…)
PYRE – “Where Obscurity Sways”
(Osmose Productions) Dopo un debut album con Chaos Records, il successivo con Memento Mori, per il terzo album i Pyre si accasano con la Osmose Productions. Cinque anni di silenzio per la band che ancora oggi si vede invischiata in una personale passione per gli Asphyx. Sin dalle prime battute dell’opener e title track si percepisce questo legame (altro…)
PERDITION’S MIRE – “Into a Dark Heartland” (EP)
(Headkick Music) Seconda uscita discografica e secondo EP per i danesi Perdition’s Mire, nati nel 2020 e fautori di un black metal dalla forte componente dark, prediligendo il lato atmosferico a quello prettamente aggressivo. (altro…)
PENTAGRAM – “Lightning in a Bottle”
(Heavy Psych Sounds) Si riaccendono le note infuocate sul pentagramma con “Lightning in a Bottle”. I Pentagram oggi sono composti dal sempreverde Bobby Liebling alla voce, il chitarrista nonché produttore Tony Reed (Mos Generator, Big Scenic Nowhere), il batterista Henry Vasquez (Legions Of Doom, Saint Vitus, Blood Of The Sun) e infine il (altro…)
PUTRED – “Megalit al Putrefacției”
(Memento Mori) Nel 2020 la Transilvania ha partorito queste creature effettivamente putride, marcescenti. Votati al death metal più decadente e sepolcrale, i Putred sono però rivestiti di una produzione che pialla un po’ gli strumenti e mette ogni cosa con un certo ordine al proprio posto. Se l’opener che segue l’intro, “Dominare malefică”, di questo (altro…)
PONTE DEL DIAVOLO – “Tre – The EP Collection” (Compilation)
(Time To Kill Records) Il mondo si è accorto degli italiani Ponte del Diavolo solo quest’anno, nel corso del 2024, in occasione del debutto della band piemontese intitolato “Fire Blades from the Tomb”, pubblicato dalla Season of Mist, etichetta internazionale che ha, per l’appunto, dato una visibilità più vasta a questo originale gruppo female fronted che naviga tra tetri oceani doom e burrascosi flutti black. (altro…)
PANZERCHRIST – “Maleficium Part I”
(Emanzipation Productions) L’anno scorso “Last Of A Kind” ha riportato alla luce, a dieci anni dal precedente album, una band motivata e con nuovi innesti. Un lavoro interessante, QUI recensito, che ci ha fatto capire quanto i danesi fossero ormai non solamente una death metal band. Ebbene a distanza di un anno quella donna malefica (altro…)
PESTILENT HEX – “Sorceries of Sanguine & Shadow”
(Debemur Morti Productions) L. Oathe, multistrumentista e parte di Desolate Shrine, Convocation, Ordinance, e il cantante M. Malignant, parte di Corpsessed, Tyranny, Profetus, sono i titolari di Pestilent Hex, con il quale pubblicano il secondo album a due anni dal precedente “The Ashen Abhorrence”. Con l’evocativo titolo (altro…)
PAYSAGE D’HIVER – “Die Berge”
(Kunsthall Produktionen) Paysage D’Hiver è un progetto esistente da molti anni che Wintherr di Berna, di nome fa Tobias Möckl, gestisce con una sapienza ammirevole per come resta sempre incollato al black metal più puro quanto raw di sempre. Dalla fine degli anni ’90 a oggi Paysage D’Hiver ha pubblicato solo tre album e una svariata serie (altro…)
PRIMAL SCREAM – “Come Ahead”
(BMG) C’è la firma totale di Bobby Gillespie in questo nuovo album dei Primal Scream che sa tanto di raffinatezza come quelle cose da vecchia gloria del funk, soul, disco-pop. Un parto durato solo nove anni! Perché tanto tempo è passato tra il decimo e l’undicesimo album dei Primals. Glorie degli anni ’90 che hanno contribuito e tanto a cambiare (altro…)
PARAGON – “Metalation”
(Massacre Records) Provo sempre un grande piacere ogni volta che esce un nuovo album dei Paragon; pur non brillando per una spiccata originalità, la band tedesca da anni porta avanti il proprio power metal roccioso, aggressivo e melodico tipicamente teutonico, figlio di acts come Accept, Running Wild, Rage e Iron Savior. (altro…)
PAGANIZER – “Flesh Requiem”
(Transcending Obscurity Records) Il sempre e troppo attivo Rogga Johansson con i suoi Paganizer si ripresenta con la seconda delle tre pubblicazioni previste per questo 2024. Dopo l’EP “Forest of Shub Niggurath”, anticipazione di quello che sarà il nuovo album che uscirà per la Xtreem Records, QUI recensito, e prima di “Death At Bryggaren” che (altro…)
PØLTERGEIST – “Nachtmusik”
(Bad Omen Records / Metal Blade Records) Non si confondano con altre band con lo stesso nome, in quanto i canadesi Pøltergeist nascono da poco e “Nachtmusik” è infatti l’album di debutto. Progetto di Kalen Baker dei Whyte Diamond che poi si è allargato ad altri partecipanti. In un sound dannatamente anni ’80 con una produzione senza (altro…)
PANTHEØN BAND – “Upswing”
(Club Inferno Ent.) Formazione romana composta da cinque musicisti che hanno probabilmente in comune la passione dell’hard & heavy nella maniera dei Deep Purple e loro derivati, dunque Rainbow e Whitesnake, nonché qualche romantica ma tosta melodia degli Uriah Heep e dell’AOR di un tempo quanto dell’hard rock statunitense. Uno (altro…)
PINK PANTHER PROJECT – “Intoxicating Embrace”
(Marian Whores / The Circle Music) Un disco invitante “Intoxicating Embrace” e viene proposto dai londinesi Pink Panther Project. Doppio album nel quale questa creatività gothic ed electro-industrial fonde atmosfere, stati d’animo, serialità dei suoni per delle composizioni ordinate che fluiscono leggere ma decise. Pezzi anche ballabili, alcuni, con (altro…)
PAGANIZER – “Forest of Shub Niggurath” (EP)
(Xtreem Music) Atteso per il 1° novembre “Flesh Requiem”, il nuovo album che i Paganizer pubblicheranno con la Trascending Obscurity nel mese di settembre, Rogga Johansson e soci presentano anche un EP apripista all’album, ma non esattamente al prossimo bensì a quello che uscirà nel 2025 e proprio con Xtreem Music. Etichetta con (altro…)
PIAH MATER – “Under the Shadow of a Foreign Sun”
(code666) Ben sei anni di silenzio per il duo brasiliano, composto da Luiz Felipe Netto e Igor Meira, il quale torna dunque con il terzo album che come il precedente vede l’insegna della nostrana code666. Piah Mater sono stati una soluzione prog death metal dalle movenze ben calibrate, nel 2024 però portano sé stessi a un livello senza troppe (altro…)
PHILOSOPHY OF EVIL – “In Disorder Spectrum”
(Autoproduzione) Un album affascinante, spiazzante e lontano da qualsivoglia catalogazione questo “In Disorder Spectrum”, il secondo per gli emiliani Philosophy Of Evil. La follia e la totale assenza di schemi precostituiti sono i cardini su cui si basa l’arte di questi artisti, in grado di spaziare tra svariati generi con totale disinvoltura e senza forzatura alcuna. (altro…)
PARRICIDE – “After The Funeral” (Compilation)
(Selfmadegod Records) Non si sente più parlare dei Parricide perché pare siano ormai fermi. Pubblicato l’album “Sometimes It’s Better to Be Blind and Deaf” nel 2015 è poi calato il sipario sulla formazione polacca che negli anni ’90 esordì con un death metal carnale, con tratti gore, in debito con i Carcass e tanto poi da essere risucchiati dalla (altro…)
AXEL RUDI PELL – “Risen Symbol”
(Steamhammer / SPV) Non ho idea di come diavolo faccia (credo di ripetermi…), ma Axel è tornato con un nuovo disco. Un altro! Di nuovo! (altro…)
PALLBEARER – “Mind Burns Alive”
(Nuclear Blast Records) Sublimi. Immensi. Si superano, vanno oltre, con una pesantezza che non si erige più solo sul muro impenetrabile di chitarre, piuttosto sulla dimensione emozionale, sulle sensazioni, sulle emozioni scatenate e scaturite. (altro…)
PAIN – “I Am”
(Nuclear Blast Records) Sono passati ben otto anni da “Coming Home” (recensione qui), ultima fatica discografica di Pain, progetto creato quasi per hobby poco meno di un trentennio or sono dal geniale Peter Tägtgren, mente degli Hypocrisy, produttore di successo e partner di Till Lindemann negli album solisti del cantante dei Rammstein. (altro…)